Graffiti, la Fondazione è realtà

Una delle  rocce incise di Capodiponte: quella della mappa di Bedolina
Una delle rocce incise di Capodiponte: quella della mappa di Bedolina
Una delle  rocce incise di Capodiponte: quella della mappa di Bedolina
Una delle rocce incise di Capodiponte: quella della mappa di Bedolina

Il nome c’è, ed è «Fondazione Valle dei Segni», e ieri è stata presentata nell’auditorium Mazzoli di Breno subito dopo la sottoscrizione dell’atto costitutivo dalla maggior parte dei Comuni, dalle Unioni e dalla Riserva naturale delle incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo l’atto costitutivo. Il resto è tutto da costruire, a partire da un consiglio d’amministrazione e su una ritrovata unità d’intenti. Nel Cda siedono Alberto Piantoni, già presidente del Comitato promotore della Fondazione per la gestione integrata del patrimonio culturale della Valcamonica (nato tre anni fa e poi arenatosi, Marina Lanzetti, sindaca di Ceto e referente degli amministratori camuni per questa proposta, e i colleghi di Capodiponte, Andrea Ghetti, e di Breno, Alessandro Panteghini. Il ruolo dei municipi? Proprio il loro contributo, aggiunto a quelli di Comunità montana, Bim, ai Fondi per i Comuni confinanti, alla disponibilità dei canoni idroelettrici (forse a partire da quest’anno, come ha ricordato il presidente Alessandro Bonomelli) e ai finanziamenti del Pnnr, consentirà di arrivare alla realizzazione del Polo strategico di attrazione internazionale e multimediale dedicato a una nuova fruizione dell’arte rupestre. L’operazione prevede principalmente la creazione di un Museo interattivo della Preistoria, che con la stessa Fondazione, impegnata principalmente in iniziative di promozione, di marketing territoriale e di formazione, dovrà valorizzare e veicolare l’immenso patrimonio delle incisioni rupestri. Il percorso al solito non sarà breve e comunque soggetto a vincoli istituzionali temporali, e in questo momento il cda della Fondazione non sa (o non ha voluto dire) quale sarà il paese della media valle destinato ad accogliere la nuova, si spera, infrastruttura in grado di (ri)sollevare il più grande bene storico e turistico camuno. La logica direbbe Capodiponte, capitale mondiale dei graffiti, e in subordine Ceto con la sua Riserva. Oppure l’ex area industriale della ex Nk, che la sindaca Lanzetti vuole riconvertire dopo interventi di messa in sicurezza e una variazione al Pgt. Infine perché non Cimbergo e Paspardo? L’impegno della Fondazione è orientato finalmente sulla media valle, l’area più in sofferenza rispetto alle «isole felici» sciistiche dell’alta valle e alla realtà industriale consolidata della bassa. Si tratta solamente di crederci.•. L.Ran.

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