Graffiti nel mondo La valle si apre una strada in Asia

Capodiponte  La firma del memorandum archeologico
Capodiponte La firma del memorandum archeologico
Capodiponte  La firma del memorandum archeologico
Capodiponte La firma del memorandum archeologico

Il memorandum di cooperazione scientifica è realtà, e il Centro camuno di studi preistorici di Capodiponte ha incassato l’ennesima apertura di credito verso il resto del mondo. La sede dell’organismo ha ospitato ieri la firma di un documento che sancisce la collaborazione fra il Ccsp e la Repubblica del Kirghizistan per lo studio e la valorizzazione dell’arte rupestre dei due Paesi. Lo hanno siglato l’ambasciatore in Italia Taalai Bazarbaev, con il console Sultan Barakanov, e il presidente del centro camuno, Federico Troletti, affiancato dal presidente del Gruppo di coordinamento del sito Unesco Sergio Bonomelli, e da Tiziana Cittadini, da più di trent’anni colonna scientifica del Ccsp e direttrice della Riserva delle incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Nel gruppo anche Marina Berlinghieri, membro dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che sta seguendo il gemellaggio nel segno dei graffiti. Il progetto di cooperazione, ha spiegato Federico Troletti, «prevede che la ricerca, la didattica, la promozione e la valorizzazione dell’arte rupestre deell’Università di Bisked (la capitale del Kirghizistan) e le attività culturali e di ricerca del Ccsp possano integrarsi ed essere coordinate, con particolare ma non esclusivo riferimento a settori specifici». Una storia che continua, avviata dalle tante missioni in Asia del passato di Emmanuel Anati, fondatore della struttura camuna, e che ora si potrà articolare in progetti di ricerca, collaborazioni scientifiche, creazioni di percorsi didattici, condivisioni di attrezzature e risorse umane, campagne di scavo e spedizioni di reciproco interesse. Bonomelli ha ricordato l’importanza delle incisioni presenti in diversi siti in Kirghizistan «che non sono stati ancora scavati e documentati. Il console e l’ambasciatore sono venuti in valle per osservare le nostre ricerche e per verificare come abbiamo sviluppato i nostri siti archeologici e i territori circostanti. Noi intendiamo avviare rapporti di cooperazione per scoprire i loro patrimoni. Tra l’altro si sta aprendo un altro canale di collaborazione analogo con l’Algeria». •. L.Ran.

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