I «trofei» sul tetto di casa erano bombe d’artiglieria

I proiettili d’artiglieria rimossi da un tetto di Ceto
I proiettili d’artiglieria rimossi da un tetto di Ceto
I proiettili d’artiglieria rimossi da un tetto di Ceto
I proiettili d’artiglieria rimossi da un tetto di Ceto

I «trofei» della naja finita in archivio da decenni sono ancora abbondanti in tutta Italia, Valcamonica compresa. A volte però qualcuno non si limita a conservare qualche bossolo vuoto, e un 56enne residente a Ceto aveva pensato bene di piazzare come ornamenti sul tetto della propria casa due neanche tanto vecchi proiettili d’artiglieria. Come accertato poi dai tecnici, ovvero dagli artificieri del Genio guastatori arrivati apposta da Cremona, quelle granate - prodotte in Gran Bretagna negli anni Settanta del secolo scorso e usate per le esercitazioni con i cannoni - erano fortunatamente inerti perché prive della spoletta di innesco. Ma per stabilirlo, oltra alla trasferta del personale dell’esercito è servito un bel po’ di lavoro. LA RIMOZIONE e il sequestro delle granate hanno tenuto banco nella mattinata di martedì, e tutto è nato dalla segnalazione di una pattuglia dei carabinieri di Capodiponte, che ha individuato le bombe piazzate sulle tegole e diventate una «decorazione» durante un normale servizio di pattugliamento. •

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