Il killer dei castagni è tornato a fare danni

di Lino Febbrari
I castagni di Sellero e Novelle attaccati dal cinipideLe galle provocate dal parassita sui germogli dei castagni
I castagni di Sellero e Novelle attaccati dal cinipideLe galle provocate dal parassita sui germogli dei castagni
I castagni di Sellero e Novelle attaccati dal cinipideLe galle provocate dal parassita sui germogli dei castagni
I castagni di Sellero e Novelle attaccati dal cinipideLe galle provocate dal parassita sui germogli dei castagni

È una micro vespa lunga pochi millimetri, ma può fare a pezzi alberi secolari che hanno resistito a qualsiasi cosa. È uno dei più pericolosi parassiti del castagno, il cui impatto alle nostre latitudini viene moltiplicato dall’assenza di predatori naturali, ed è appena tornato a far paura nei boschi della Valcamonica che aveva già colpito seriamente. È il cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus), un imenottero che aveva causato tantissimi danni negli anni scorsi ai castagneti camuni e che sembrava essere stato sconfitto da un altro imenottero antagonista importato e allevato appositamente, e che invece è ricomparso nei boschi alle spalle di Sellero e della frazione Novelle. L’effetto della lotta biologica evidentemente è svanito, e magari anche il sempre più evidente cambiamento climatico ci ha messo del suo. Comunque, tra i rami di numerosi alberi sono state avvistate a centinaia le «galle», i classici rigonfiamenti tondeggianti che si formano su foglie e germogli nei punti in cui il parassita depone le uova, e che diventano le «nursery» in cui le larve della mini vespa compiono la prima parte del ciclo vitale. Il cinipide è in assoluto l’insetto più nocivo per Castanea sativa a causa del veloce deperimento che provoca nelle piante: attacca infatti i germogli arrestando la crescita vegetativa e provocando di conseguenza anche una notevole riduzione della fruttificazione. A SCOPRIRE i primi «nidi» è stato qualche giorno fa Pietro Damiolini, pensionato e volontario della protezione civile del paese, proprietario di alcuni appezzamenti di terreno poco sopra l’abitato. «Me ne avevano accennato la settimana scorsa un paio di amici - racconta l’uomo -. L’altro ieri (mercoledì), un mio confinante mi ha detto che anche su alcune sue piante aveva notato le galle. Pensavo fosse un problema limitato. Ieri pomeriggio ho fatto un giro e ho potuto accertare che invece il problema e già molto presente». Negli anni della prima ondata parassita l’insetto killer aveva praticamente azzerato la produzione di castagne su quasi tutto il territorio camuno. Poi, l’introduzione nelle aree più colpite di un’altra micro vespa, il Torymus sinensis, che già nei primi anni Settanta del Novecento studiosi dell’estremo oriente avevano identificato come predatore naturale del cinipide, ha permesso di limitarne notevolmente l’ulteriore diffusione, e qualche anno dopo i castagni hanno ripreso a produrre frutti. LA LOTTA biologica rappresenta a quanto pare l’unico strumento a disposizione per salvaguardare i castagneti da questa specie invasiva: numerosi tentativi di impiegare insetticidi effettuati in passato sono serviti purtroppo solo a peggiorare la salute delle piante e sono risultati insignificanti per debellare il cinipide. «Io non sono un esperto - conclude Damiolini -, ma sono convinto che la mancata cura del bosco, quella di cui si occupavano i nostri vecchi, abbia avuto un ruolo determinante per la propagazione esponenziale delle popolazioni di questo insetto». •

Suggerimenti