Il killer silenzioso ha già ucciso in Valcamonica due fidanzati

di L.FEB.
La palazzina teatro ieri mattina del principio di incendio
La palazzina teatro ieri mattina del principio di incendio
La palazzina teatro ieri mattina del principio di incendio
La palazzina teatro ieri mattina del principio di incendio

Ogni anno con l’arrivo della stagione fredda si ripropone l’allarme fughe di monossido. I consigli e i suggerimenti sono immutabili, ma nonostante le campagne di sensibilizzazione gli incidenti più o meno gravi si moltiplicano al pari degli incendi delle canne fumarie, altro rischio legato agli impianti di riscaldamento. Eppure per azzerare il pericolo di esalazioni di monossido di carbonio bastano poche misure di prevenzione come far controllare periodicamente gli impianti di riscaldamento e tutte le fonti di calore da un installatore autorizzato, che al termine dell’ispezione deve rilasciare un certificato di conformità. È molto importante inoltre - spiegano gli esperti che nei locali vi sia un minimo ricircolo di aria fresca: una presa esterna è l’ideale, ma è sufficiente un infisso socchiuso ogni tanto. C’È POI UNA MISURA fondamentale per fronteggiare il «killer» silenzioso che ogni anno in Italia provoca in media 40 vittime. Caminetti e stufe non dovrebbero funzionare durante la notte. Infine, l’installazione di un allarme specificatamente anti monossido è una misura di sicurezza efficace. Sono le case di vacanza ad essere le più incriminate come pericolose, soprattutto quelle nelle quali si tende a risparmiare sulla manutenzione delle canne fumarie di camini e caldaie, ma tale controllo e tale spesa restano l’unica arma efficace contro il gas tossico. L’85 per cento degli incidenti si verifica alla rimessa in funzione degli impianti bloccati durante l’estate. Un dato che dovrebbe fare riflettere al netto delle manutenzioni imposte dalla legge. Perché talvolta oltre ai controlli di routine diventano indispensabili in chiave preventiva i controlli sulla rete di riscaldamento, specie se la tecnologia impiegata non è propriamente moderna. Nel Bresciano il fenomeno delle intossicazioni è fortunatamente in calo rispetto a dieci anni fa quando si era registrata una vera e propria emergenza con 25 intossicazioni gravi a cavallo tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008. In Valcamonica è indelebile il drammatico ricordo della duplice tragedia avvenuta nell’agosto del 2008, quando due giovani fidanzati persero la vita a Paisco Loveno: Maria Valentina Monchieri di Gavardo e Fulvio Moreschi, originario del paesino della Valle Allione, furono trovati riversi nel bagno di una vecchia abitazione dove trascorrevano un periodo di vacanza. A ucciderli in pochi minuti fu il malfunzionamento di uno scaldabagno. •

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