La Sosvav non paga e nessuno dice niente

di Lino Febbrari
La centralina della società pubblica «Sosvav»
La centralina della società pubblica «Sosvav»
La centralina della società pubblica «Sosvav»
La centralina della società pubblica «Sosvav»

È una situazione farsesca quella appena emersa pubblicamente a Temù. Vede protagonisti da una parte un soggetto che si «dimentica» gli impegni presi, e dall’altra un creditore che per anni non si accorge, o fa finta di non accorgersi che la controparte non paga canoni e tasse. Eppure uno dei protagonisti (il creditore, che è un ente pubblico) è allo stesso tempo «proprietario» e controllore del secondo. INTANTO, pare nell’indifferenza generale, il debito si fa sempre più consistente fino a sfiorare il milione e 600mila euro. Merito di una società partecipata dal Comune che da anni non riconosce all’ente locale quanto pattuito in una convenzione: 180mila euro all’anno. E che da quando ha costruito gli immobili, una ventina di anni fa, non ha mai neppure versato Ici e Imu. La debitrice seriale è la «Sosvav», la società per lo sviluppo dell’alta valle costituita per gestire ed estendere la rete del teleriscaldamento di Temù e Ponte di Legno. Il creditore invece è il Comune di Temù, socio di maggioranza relativa della stessa Sosvav. Comune che è proprietario delle condutture sul territorio, cui la società doveva per questo riconoscere un canone annuo. Ma saldate in un’unica soluzione le prime cinque annualità, dal 2012 Sosvav non ha più messo mano al portafoglio e il creditore si è accorto del mancato pagamento dopo 8 anni. In più, si diceva, ballano le imposte sugli immobili. Insomma, un contribuente da non prendere a esempio, ma anche un ente che non brilla nei controlli. Le finanze comunali vantano un credito di un milione e 440mila euro per la concessione della rete e di 146mila e rotti per le annualità Imu dal 2015 al 2020: quelle antecedenti (oltre al danno la beffa) non essendo state accertate entro i 5 anni dal mancato pagamento non sono più esigibili. La vicenda, di cui lo stesso sindaco Giuseppe Pasina ha dichiarato di sapere poco o nulla, e che quasi certamente finirà alla Corte dei Conti, è venuta alla luce durante l’ultimo consiglio comunale. «Ci pare una situazione imbarazzante - osserva Fabio Fogliaresi, il capogruppo di minoranza che ha sollevato la questione in assemblea - perché il nostro ente è socio di questa società pubblica. È lecito quindi chiedersi se esistesse un accordo politico: la Sosvav non paga, il Comune non chiede. In tempi duri come questi, sapere che una società pubblica non paga le tasse non è piacevole per i cittadini, che al minimo ritardo si trovano alle prese con la cartella esattoriale. Forse abbiamo capito i reali motivi di chi voleva la fusione tra Comuni: far fuori il creditore affinché il debitore potesse festeggiare». Durante il dibattito la minoranza ha chiesto all’amministrazione di recuperare tutta l’ingente somma, e al presidente della società, che è anche assessore, di lasciare una delle due poltrone. «Semplicemente perché crediamo che un rappresentante delle istituzioni non possa essere contemporaneamente debitore e creditore». Fogliaresi ha infine rincarato la dose chiedendo alla maggioranza di dimettersi in blocco, «perché rappresentanza di quel gruppo politico che dal ’99 a oggi amministra sia il Comune sia la Sosvav». •

Suggerimenti