La statale 42 è un vero muro Italia nostra lo vuole superare

di Luciano Ranzanici
Il canale  in calcestruzzo che fa «scavalcare» la statale 42 al torrente Figna a Nadro di CetoUn’immagine del corso del torrente verso i prati e verso l’Oglio
Il canale in calcestruzzo che fa «scavalcare» la statale 42 al torrente Figna a Nadro di CetoUn’immagine del corso del torrente verso i prati e verso l’Oglio
Il canale  in calcestruzzo che fa «scavalcare» la statale 42 al torrente Figna a Nadro di CetoUn’immagine del corso del torrente verso i prati e verso l’Oglio
Il canale in calcestruzzo che fa «scavalcare» la statale 42 al torrente Figna a Nadro di CetoUn’immagine del corso del torrente verso i prati e verso l’Oglio

C’è anche il territorio di Ceto tra quelli interessati dai progetti di «arredo naturalistico» (e non solo) delle aree marginali e degradate racchiusi nel Quaderno degli interventi integrati progettati da Italia nostra di Valcamonica in collaborazione con Comunità montana e Bim. Le idee per una «riqualificazione paesaggistica e una rigenerazione ambientale diffusa» prevedono prevalentemente opere di abbellimento ai margini di tratti della superstrada e della ex statale 42 da Pisogne al Tonale, e una di queste riguarda una connessione trasversale tra Ono San Pietro e Nadro, che Dario Furlanetto, autore del Quaderno con Luca Dorbolò, ha intitolato «Per un paesaggio in armonia con la natura». Il torrente Figna, che nasce dal Pizzo Badile e scorre nei territori di Cimbergo e Ceto, scavalca il tratto di superstrada in trincea a Nadro incanalato in una struttura prefabbricata in calcestruzzo. Il progetto di Italia nostra prevede la demolizione parziale dell’alveo artificiale del torrente a valle della 42, di modificare il tratto dell’alveo stesso raccordando la quota di campagna e la struttura, e in aggiunta scavi di preparazione e il riporto di terreno e di massi per creare un raccordo fra il ponticello in calcestruzzo e il corso del torrente, sempre a valle della statale. Infine, l’operazione prevede la collocazione di arbusti attraenti per la fauna selvatica, e la predisposizione di una rete metallica e di cavi aerei in acciaio da far ricoprire gradualmente da piante rampicanti. Si tratterebbe poi di coprire l’opera in calcestruzzo che interseca il tratto di superstrada, sempre con vegetazione rampicante, oppure di dipingerne le superfici esterne. Furlanetto presenta questo progetto spiegando che ha l’obiettivo di «migliorare le connessioni ecologiche di fondovalle in ambiti con un elevato livello di urbanizzazione, rivitalizzando uno degli ultimi varchi ancora presenti, quello appunto rappresentato dal torrente Figna nel tratto compreso fra l’abitato di Nadro, l’Oglio e il sistema di spazi aperti che vi stanno intorno». Ora qui la statale 42 è in trincea e crea una cesura tra i prati di fondovalle verso Ovest, in continuità con il fiume, e verso Est, a ridosso del bosco, «rappresentando una barriera lineare e continua che impedisce le relazioni ecologiche tra monte e valle». Riassumendo gli obiettivi del piano, il presidente camuno di Italia nostra ricorda che «con il nostro lavoro vogliamo anche diffondere una politica di educazione. Proponiamo per tutti, per noi stessi innanzitutto, un percorso continuo di miglioramento collettivo per tendere al meglio e per rendere sempre più bello il territorio camuno. Per chi ci vive e per chi attraversandolo anche solo occasionalmente se ne possa innamorare».•.

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