Lavori, tre condannati con il rito abbreviato per il «caso Cimbergo»

di P.CITT.

Si è chiuso con tre condanne il procedimento penale a carico di altrettanti imprenditori coinvolti nella vicenda degli appalti «guidati» a Cimbergo. Tutti e tre hanno deciso di farsi giudicare con il rito abbreviato, e Luciana Plona, Ernesto Della Mina e Federico Fascendini sono stati condannati a un anno e quattro mesi di reclusione dal gup Alessandra Sabatucci. L’accusa era quella di avere presentato offerte farlocche per gli appalti finiti sotto la lente della Procura di Brescia, agevolando così gli imprenditori amici ai quali le opere pubbliche dovevano essere affidate. Nell’inchiesta che ha coinvolto 26 persone era finito anche l’ex sindaco Gian Bettino Polonioli, che ha patteggiato 14 mesi. Nell’aprile di un anno fa, l’allora primo cittadino era finito in arresto insieme a un consigliere comunale, alla responsabile dell’Ufficio tecnico e a due imprenditori; a fascicoli chiusi, anche altri 12 indagati avevano patteggiato pene che andavano da un minimo di sei mesi a un massimo di un anno e mezzo. Tutti gli altri, impresari con posizioni marginali nell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, hanno invece scelto la strada del dibattimento. SECONDO la ricostruzione fatta dagli inquirenti, gli imprenditori amici venivano avvertiti in anticipo dell’apertura dei bandi così da poter preparare per tempo la loro offerta. A partecipare alla gara erano sempre gli stessi, che a turno poi rinunciavano alla commessa per spartirsi i lavori pubblici messi a gara dal Comune. Lo schema prevedeva la suddivisione in lotti di importi inferiori ai 40mila euro, in modo da poter affidare i cantieri in modo diretto, e secondo l’accusa sarebbe stato ripetuto più volte. Tre gli appalti analizzati dalla magistratura, del valore complessivo di un milione e mezzo: due per la messa in sicurezza del torrente Varecola e uno per la riqualificazione energetica del municipio.

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