Lavoro, qui la ripartenza inizia dai boschi

Uomini e mezzi nel cantiere forestale di FabrezzaSul terreno ci sono ancora molte tracce della tempesta Vaia
Uomini e mezzi nel cantiere forestale di FabrezzaSul terreno ci sono ancora molte tracce della tempesta Vaia
Uomini e mezzi nel cantiere forestale di FabrezzaSul terreno ci sono ancora molte tracce della tempesta Vaia
Uomini e mezzi nel cantiere forestale di FabrezzaSul terreno ci sono ancora molte tracce della tempesta Vaia

Lino Febbrari La pausa obbligata per pandemia iniziata il 12 marzo è stata lunga, ma fortunatamente, la settimana scorsa il Consorzio forestale dell’Alta Vallecamonica ha potuto riaprire alcuni cantieri. E il 70% dei 33 dipendenti ha ripreso il lavoro negli stessi luoghi in cui si operava già in gennaio. La priorità è stata data alla bonifica dei boschi distrutti a fine ottobre 2018 dalla ormai famosa tempesta Vaia, mentre il comparto edile dell’ente consortile è ancora fermo in attesa delle regole della fase 2. Nelle immagini a corredo di questo servizio si vede il cantiere nell’area di Fabrezza di Saviore dell’Adamello finanziato con fondi dello sviluppo rurale: qui i boscaioli recuperano l’enorme quantità di legname schiantato dalla furia. «Sono cinque i cantieri riavviati e, oltre a questo, sono dislocati nelle Valli di Sant’Antonio e in Valle Guspessa, nel territorio di Corteno - puntualizza il direttore Mario Tevini -. Tutti sono finalizzati al recupero degli schianti causati dal ciclone del 2018, perché quest’anno sarà particolarmente aggressivo per la diffusione del bostrico, che potrà creare importanti danni nei boschi ancora sani». La sosta forzata? «Questa sospensione peserà negativamente - dice allargando le braccia Tevini -, ma non appena avremo il via libera partiremo con importanti lavori di sistemazione idraulica e forestale, qui a Saviore, a Edolo e a Cevo, di movimenti franosi che incidono pesantemente sui versanti. Abbiamo poi in programma la sistemazione di diversi tratti della rete sentieristica finanziata e commissionata dalla Comunità montana, e il restauro della viabilità agrosilvopastorale che ha trovato misure di finanziamento sul Piano di sviluppo rurale». PER LAVORARE rispettando il protocollo sottoscritto da sindacati e Governo, tutti i dipendenti hanno dovuto seguire un breve corso formativo. «Inoltre - aggiunge il direttore - tutti sono stati forniti di mascherine e dei prodotti necessari per la sanificazione delle mani e degli autoveicoli. Viaggiando su dei fuoristrada inevitabilmente sono a stretto contatto, e perciò abbiamo ridotto al minimo il numero dei trasportati su ogni mezzo». L’ente forestale (il secondo costituito in Lombardia) è stato varato nel 1995 dall’ex sindaco di Edolo e allora assessore alla Bonifica della Comunità montana Luciano Chiesa. All’inizio ne facevano parte 15 Comuni, da Cedegolo a Ponte. Nei primi anni del nuovo secolo, con l’avvento dell’Unione dell’alta Valle, Monno, Incudine, Vezza, Vione, Temù e Ponte abbandonarono per dar vita al Consorzio Due Parchi, così come Malonno e Paisco che successivamente contribuirono a fondare quello della Valle dell’Allione. Recentemente il presidente Gionatan Bonomelli (rappresenta il Comune di Saviore) è stato riconfermato per altri 5 anni; suo vice sarà ancora Giacomo Salvadori, già sindaco e più volte assessore di Corteno Golgi. Bonomelli ricorda di aver preso in mano l’ente in un momento di estrema difficoltà, di aver puntato molto in questo periodo sulla nuova sede di via Treboldi e nella formazione del personale. Per il nuovo quinquennio vuole realizzare una filiera bosco legna e l’obiettivo per l’anno in corso è quello di superare i due milioni di euro di fatturato; che era di 1,2 nel 2018 e di 1,6 lo scorso anno. •

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