Le piante «ripuliranno» gli scarichi in alta quota

Anche il Rifugio Gnutti, 2166 metri di quota ai piedi del Monte Adamello, uno dei più frequentati per l'ascensione alla più alta vetta delle montagne bresciane, avrà un impianto di fitodepurazione delle acque reflue. L'esperienza che il Club Alpino Italiano di Brescia ha già promosso con successo al Rifugio Tonolini e che ha dimostrato di ben funzionare verrà ripetuta al Rifugio della Val Miller. UN GROSSO impegno per il sodalizio che ha stanziato 15.000 euro per l'operazione ricevendone altri 30.000 dalla famiglia Gnutti, dai discendenti del sottotenente Serafino Gnutti, scomparso in Albania durante l'ultima guerra ed al quale il rifugio, costruito nel 1975 anche con il contributo finanziario della famiglia, è dedicato. L'impianto si baserà sull'utilizzo di una vasca di raccolta con piantine acquatiche che depureranno i liquidi prima di essere scaricati. Un sistema che replica la autodepurazione che le piante operano negli ambienti lacustri e fluviali e che produce soddisfacenti anche in quota. Il sistema «è stato progettati dalla Comunità Montana che seguirà anche le operazioni che inizieranno appena possibile perché la neve è ancora tanta e procederanno spediti» assicura Angiolino Maggiori presidente del sodalizio. Termineranno di sicuro prima del tradizionale raduno degli alpini in Adamello del 27 e 28 luglio. Grazie anche all'aiuto dell'Enel che si occuperà dei trasporti dei materiali». L'impegno del Cai a difesa dell'ambiente continua, anche con questi interventi poco appariscenti ma estremamente importanti. •