Pizzo Badile, adesso il lavoro va a gonfie vele

di Luciano Ranzanici
La sede del Consorzio forestale Pizzo Badile, a CetoIl presidente nel magazzino dell’ente che gestisce le risorse verdi
La sede del Consorzio forestale Pizzo Badile, a CetoIl presidente nel magazzino dell’ente che gestisce le risorse verdi
La sede del Consorzio forestale Pizzo Badile, a CetoIl presidente nel magazzino dell’ente che gestisce le risorse verdi
La sede del Consorzio forestale Pizzo Badile, a CetoIl presidente nel magazzino dell’ente che gestisce le risorse verdi

Qualche mese prima della terribile tempesta Vaia dell’ottobre 2018, il Consorzio forestale Pizzo Badile stava attraversando (non da solo) una fase di notevole sofferenza finanziaria per la mancanza di appalti; talmente notevole che il presidente Mauro Martinelli e il direttore Mauro Benigni stavano ragionando seriamente sulla possibilità di chiudere l’attività. Paradossalmente, proprio il disastroso evento atmosferico, che tra le altre cose ha schiantato decine di migliaia di alberi, ha modificato radicalmente la situazione del consorzio, che in questa fase sta addirittura faticando a far fronte a tutti gli incarichi e si trova nella necessità di assumere tre operai. L’ente, che opera dal 2000 (sempre sotto la direzione di Benigni) su un territorio di 5.000 ettari di proprietà dei Comuni soci di Braone, Breno, Ceto, Cimbergo, Losine, Niardo e Paspardo (oltre che in stretta collaborazione con la Comunità montana), attualmente si occupa quasi esclusivamente di lavori edilizi, senza però perdere di vista l’attenzione al territorio e la salvaguardia del patrimonio boschivo, che restano alla base dell’attività. Dopo anni di precarietà, inoltre, il Pizzo Badile può contare su una sede ampia e funzionale nella località Campagnelli, nella zona artigianale di Nadro di Ceto, dotata di ufficio, deposito e magazzini. «Gestire il territorio in modo corretto significa creare un circolo virtuoso - sostiene il direttore -, che avvantaggi anche la popolazione e i Comuni ai quali facciamo riferimento. La collaborazione con una ventina di imprese edili e forestali del territorio sta procurando benefici e anche ulteriori interessanti prospettive». I TREDICI dipendenti sono impegnati in operazioni di sistemazione idraulica e dei sentieri, di ripristino e bonifica, nell’abbattimento di alberi e negli esboschi, e come detto, la spinta in avanti era arrivata (purtroppo) dagli effetti della tempesta Vaia, che ha creato una notevole mole di lavoro anche in proiezione, a partire dalla pulizia dei versanti verso Crocedomini per passare dalle bonifiche e dalle sistemazioni idrauliche in Valpaghera e dalla sistemazione di sentieri e strade di collegamento tra paesi; il tutto in sintonia con l’ufficio Foreste e Bonifica montana della Comunità. «ABBIAMO pianificato cantieri su scala pluriennale per almeno 2/3 anni in accordo con i municipi di riferimento», aggiunge con soddisfazione Mauro Benigni, mentre Mauro Martinelli, da quasi 10 anni presidente del Consorzio, ricorda che «dal marzo 2018 si è verificata una benefica svolta per tutti i sette consorzi operanti in Valcamonica e allora in crisi: siamo riusciti a ripartire, abbiamo fatto assunzioni e instaurato un buon rapporto col sindacato». Le oltre 170 giornate di lavoro garantite nel periodo comopreso tra aprile e il prosismo novembre e le prospettive d’apertura di nuovi cantieri sono la migliore risposta alle difficoltà incontrate nel recente passato dal Pizzo Badile, esecutore in larga parte di lavori commissionati dalla Comunità montana e finanziati prevalentemente dalla Regione. •

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