Ponte di Cividate, la «cura» sta per iniziare

di Luciano Ranzanici
Una analisi del calcestruzzoIl ponte di Cividate Camuno al centro del progetto di sistemazione  La situazione di una parte delle armature in acciaioUn momento delle verifiche tecniche strutturali
Una analisi del calcestruzzoIl ponte di Cividate Camuno al centro del progetto di sistemazione La situazione di una parte delle armature in acciaioUn momento delle verifiche tecniche strutturali
Una analisi del calcestruzzoIl ponte di Cividate Camuno al centro del progetto di sistemazione  La situazione di una parte delle armature in acciaioUn momento delle verifiche tecniche strutturali
Una analisi del calcestruzzoIl ponte di Cividate Camuno al centro del progetto di sistemazione La situazione di una parte delle armature in acciaioUn momento delle verifiche tecniche strutturali

Se ne parla da tempo, e bisognerà aspettare ancora un po’ per vedere operativa una soluzione definitiva; ma arrivano comunque buone notizie per la sicurezza del traffico e per il ponte sull’Oglio di Cividate. L’opera si trova all’uscita della superstrada 42 sulla sp 345 delle Tre Valli, è stata realizzata negli anni Ottanta dall’Anas e da troppo tempo manifestava evidenti criticità. Entro il prossimo anno sarà finalmente messa in sicurezza dalla Provincia, che la riaprirà anche al passaggio dei mezzi con un peso superiore alle 100 tonnellate. Ieri mattina in videoconferenza è stato presentato il progetto d’adeguamento statico che si deve all’ingegner Roberto Salvadori di «Centro Padane», la società controllata dalle Province di Brescia e Cremona che fornisce servizi progettuali e realizzativi ai propri soci. L’annuncio della svolta è stato dato dai due presidenti provinciali, Samuele Alghisi e Fabrizio Scuri (quest’ultimo anche presidente della società citata), affiancati dal consigliere del Broletto delegato alle strade Antonio Bazzani e di Giampiero Bressanelli, che si occupa dei rapporti fra la Provincia e le Comunità montane. IL PONTE di Cividate è stato al centro di due campagne d’indagine e di verifiche strutturali, l’ultima delle quali risale solo al 20 marzo: sono state impiegate tecnologie all’avanguardia che hanno consentito, purtroppo, di accertarne il degrado generale, l’ossidazione delle armature tra i giunti e i distacchi dei copriferro. Il progetto di Salvadori, dedicato a una struttura interessata dal passaggio quotidiano di mezzi pesanti che raggiungono anche l’area industriale delle forge, sarà realizzato in un anno e prevede l’istituzione sul tratto interessato del senso unico alternato. Il programma prevede la riduzione della carreggiata da 10 a 8,50 metri, il rifacimento dei cordoli e l’installazione di barriere, il rinforzo dei setti laterali e delle selle e la costruzione di un nuovo sistema di raccolta e smaltimento delle acque piovane; oltre ad alcuni ripristini con l’utilizzo di materiali ad alte prestazioni. Insieme, Alghisi e Bazzani hanno ricordato che «il nostro ente deve fare i conti con risorse ovviamente limitate e con le difficoltà generali del momento, ma la sicurezza dei ponti e delle strade, in gran parte affidate alla Provincia, è senza dubbio una priorità. Su questo tema, come sulla salute, non si può ragionare al ribasso e quindi abbiamo deciso da tempo di investire importanti risorse». In questo quadro «Centro Padane svolge un ruolo importante nel supportare i nostri tecnici per rendere più veloci le attività di progettazione, i lavori e la manutenzione ordinaria e straordinaria». E Scuri? Ha sottolineato il ruolo della società, «al servizio della Provincia e degli altri enti pubblici soci, dunque di tutti i cittadini. Quello di Cividate non sarà un intervento semplice perché a regime sono previsti 600 carichi eccezionali l’anno: sarà una sfida impegnativa». •

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