Residenti, si cambia «forma»

di Domenico Benzoni
Una svolta  per i residenti a Montecampione
Una svolta per i residenti a Montecampione
Una svolta  per i residenti a Montecampione
Una svolta per i residenti a Montecampione

È una partita sulla lunga distanza quella giocata tra Montecampione e la Regione, ma adesso il confronto dovrebbe essere terminato, con buone notizie per la stazione turistica della bassa valle. Dopo quasi quattro mesi dalla presentazione della domanda, palazzo Lombardia ha deciso di concedere l’agognato riconoscimento giuridico al Consorzio dei residenti. Si profila così una iscrizione nell’albo delle associazioni di carattere privato che ha vissuto momenti caldi: dalla richiesta di informazioni alla Prefettura e ai sindaci di Artogne e Piancamuno da parte del responsabile del procedimento, alla comunicazione partita da Milano dell’improcedibilità dell’istanza presentata dal Consorzio perché le «prescrizioni in ordine agli scopi istituzionali non consentono valutazione alcuna». Contro quest’ultima determina, da Montecampione era partita una serie di note per contestare l’esito e per sollecitare l’annullamento in autotutela. Ne è seguita una nuova risposta da palazzo Lombardia con ulteriori spiegazioni, e poi la decisione del notaio incaricato dal Consorzio di apportare alcune modifiche allo Statuto depositando, con atto pubblico del 25 febbraio, quello revisionato. Quindi niente membri di diritto dal consiglio di amministrazione, ma rimodulazione del criterio elettivo degli stessi, revisione del contestato articolo 5 che riportava la possibilità di provvedere allo svolgimento di compiti che sono di competenza degli enti pubblici, lasciando la possibilità di erogarli nel caso in cui fossero affidati, e qualche modifica legata al diritto di recesso volontario al momento del trasferimento a terzi delle proprietà. Il presidente Paolo Birnbaum è prevedibilmente soddisfatto: «Il Consorzio è felice per l’esito positivo del riconoscimento giuridico, ci ha creduto fortemente e per questo si è impegnato con decisione». Un primo commento arriva anche dalla sindaca di Artogne Barbara Bonicelli, che sottolinea come siano state eliminate dallo Statuto cose che il Comune aveva fatto presente da tempo, come per esempio la scelta di non voler far parte quale membro di diritto del Cda e la conferma che i servizi pubblici sono prerogativa dei Comuni. Su questi ultimi in particolare c’era una differenza di vedute tra Artogne e Piancamuno, con il primo che a norma di legge li aveva fatti propri e il secondo che aveva preferito demandarli per convenzione al Consorzio.•.

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