Strada del Crocedomini, dopo il danno la beffa

di Fausto Camerini
Il rifugio Tita Secchi: il «cassetto» è calato  del 90 per cento
Il rifugio Tita Secchi: il «cassetto» è calato del 90 per cento
Il rifugio Tita Secchi: il «cassetto» è calato  del 90 per cento
Il rifugio Tita Secchi: il «cassetto» è calato del 90 per cento

Ha davvero dell’incredibile la vicenda della strada che da Breno sale al Crocedomini, un problema che dura da otto mesi: era stata chiusa a causa del gran vento dell’ottobre scorso con caduta di alberi e una frana, ma per ripristinarla il cantiere è in funzione proprio adesso, in piena stagione turistica, con gravi danni per l’economia locale. INVIPERITI i rifugisti e gli albergatori che da dicembre chiedevano di iniziare i lavori alla svelta e che adesso, invece registrano una diminuzione del giro d'affari del 40% per il Rifugio Tita Secchi, del 60% per l'Albergo Blumon Break, del 70% per il Ristorante Crocedomini e del 90% per il Rifugio Tassara. «Pensare che dopo un evento analogo in Veneto e Trentino, gli alberi crollati sulle strade li hanno spostati in pochi giorni: l'inerzia bresciana fa venire la rabbia». È lo sfogo di Alda De Petri collaboratrice del Tita Secchi. Tanto più che «la strada non ha subito grossi danni - rincara la dose Ferruccio Moscardi del Ristorante Crocedomini -: infatti qualche camion dell'Enel è passato tranquillamente e pedoni e ciclisti comunque passavano. La Provincia ha agito in ritardo e con leggerezza capace solo di fare promesse; questa è la vera causa della incresciosa situazione che stiamo subendo». Ci sono anche riflessi sull’occupazione: al Crocedomini lavorano in genere 10 persone «ma quest'anno ne ho potuti assumere solo 5», dice Ferruccio Moscardi. Di leggerezza e anche di irresponsabilità parla Vito Gelmini, del Rifugio Tassara: «In tutta mattina non ho fatto neppure un caffè - racconta -. L'evento, che non si può neppure definire una frana ma piuttosto una franetta, è successo in ottobre ma sino ad aprile la Provincia non ha alzato un dito. Poi chi ha fatto gli appalti ha lavorato con leggerezza: non si può dare 150 giorni alla ditta appaltatrice per fare un lavoro di pochi giorni. Se finiscono ad ottobre sono pure in regola». Rabbia anche sul versante bagosso della stessa strada, dove Stafano Marca dell'Albergo Blumon Break non ha dubbi: «La colpa è della Provincia - dichiara - Le calamità naturali vengono da sole, ma poi bisogna saper gestire bene la tempistica altrimenti chi ne paga le conseguenze sono i cittadini. Da qui ogni giorno passavano 200 moto dirette al Crocedomini; oggi non è passata neppure una». Che tristezza. Otto mesi di attesa: al nono mese si riuscirà a dare alla luce la «creatura»? •

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