Telefoni, internet e viabilità L’estate ha qualche problema

di Lino Febbrari
Una delle estremità della galleria della strada del Gavia particolarmente pericolosa a causa delle bucheTuristi  in movimento nel centro di Ponte di Legno
Una delle estremità della galleria della strada del Gavia particolarmente pericolosa a causa delle bucheTuristi in movimento nel centro di Ponte di Legno
Una delle estremità della galleria della strada del Gavia particolarmente pericolosa a causa delle bucheTuristi  in movimento nel centro di Ponte di Legno
Una delle estremità della galleria della strada del Gavia particolarmente pericolosa a causa delle bucheTuristi in movimento nel centro di Ponte di Legno

Insieme alla telefonia mobile e fissa a dir poco rallentata, e ai collegamenti internet che, come i telefoni, funzionano a singhiozzo nei periodi di maggiore afflusso turistico, a rovinare le ferie dei villeggianti in alta Valcamonica (e le giornate dei residenti) ci sono pure le buche che traforano la strada del Gavia, e che mediamente mandano ruote all’aria una decina di ciclisti ogni settimana: alcuni di loro finiscono purtroppo in ospedale con le ossa rotte. Bellezze paesaggistiche a parte, non è insomma un quadro entusiasmante. Partendo dalla qualità delle comunicazioni, da qualche tempo gli impianti e le celle telefoniche della zona sono state potenziate, la banda larga e la fibra ottica sono finalmente arrivate in tutte o quasi le località dell’alta valle, ma la situazione invece di migliorare è decisamente peggiorata. Così come la manutenzione del panoramico collegamento tra Valcamonica e Valfurva, che nei mesi estivi è letteralmente preso d’assalto specialmente da folle di amanti delle due ruote (a motore e a pedali): anche in questo caso la situazione è indiscutibilmente regredita dopo il passaggio di consegne dalle province di Brescia e Sondrio all’Anas. A farsi portavoce del diffuso malcontento è il sindaco di Temù, il quale dall’inizio dell’estate, come del resto i suoi colleghi, riceve ogni giorno decine di segnalazioni e lamentele riguardanti il malfunzionamento della rete telefonica e i crateri stradali diffusi soprattutto sulla strada del Gavia. «Sono fortemente preoccupato e davvero arrabbiato, perché in un’area come la nostra, che riteniamo all’avanguardia turisticamente e che con enormi sacrifici economici stiamo puntato a valorizzare ancora di più - afferma Giuseppe Pasina col tono di voce che tradisce la rabbia che cova -, nelle settimane in cui registriamo il maggiore afflusso ci troviamo alle prese con telefoni muti e con enormi difficoltà per navigare sul web. Una cosa vergognosa, perché poi ci vengono a raccontare che abbiamo la fibra ottica e tra poco avremo il 5G». Poi ci sono le pessime condizioni in cui si trova l’asfalto della già citata statale, in particolare nella galleria rischiarata da quattro lumini e costellata di buche, a causa delle quali quotidianamente qualche malcapitato, ben che gli vada, si sbuccia ginocchia e gomiti. «Un’altra vergogna, una pessima cartolina per una salita che ci invidiano in tutto il mondo - rincara Pasina -. Non passa giorno che i turisti che soggiornano a Temù e che hanno affrontato in bici le rampe del Gavia mi segnalino la pericolosità del breve tunnel e lo stato pietoso in cui si trova la carreggiata». «È chiaro a tutti che non è facile curare la manutenzione di un collegamento che arriva a più di 2.500 metri di quota e che è fruibile solo pochi mesi all’anno - puntualizza -, ma l’Anas deve impegnarsi maggiormente, come del resto hanno fatto le province fino allo scorso anno. Anche come Unione dell’alta Valle più volte nelle ultime settimane abbiamo sollecitato l’ente a sistemare almeno il tratto in galleria, ma le nostre richieste non sono state soddisfatte». Se la situazione non migliorerà a breve, Pasina minaccia di chiedere al collega di Ponte di Legno, Ivan Faustinelli, la chiusura del tratto che risale il versane bresciano. «Farò questa richiesta ufficialmente - assicura - per tutelare la sicurezza e l’incolumità non solo dei ciclisti, ma anche dei motociclisti, i quali spesso finiscono pure loro rovinosamente a terra per schivare le voragini».•.

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