Terre alte in cerca di maggiore autonomia

di Lino Febbrari
Alcuni dei relatori che hanno animato la giornata edoleseUn momento del convegno ospitato dagli spazi dell’Unimont di Edolo
Alcuni dei relatori che hanno animato la giornata edoleseUn momento del convegno ospitato dagli spazi dell’Unimont di Edolo
Alcuni dei relatori che hanno animato la giornata edoleseUn momento del convegno ospitato dagli spazi dell’Unimont di Edolo
Alcuni dei relatori che hanno animato la giornata edoleseUn momento del convegno ospitato dagli spazi dell’Unimont di Edolo

Al centro c’era la Giornata internazionale della montagna organizzata dall’Unimont di Edolo, attorno, comprese le compensazioni online delle presenze mancate, numerose autorità politiche. Ma soprattutto addetti ai lavori che si sono confrontati con l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni e cittadini sullo sviluppo sostenibile delle terre alte. Mancavano due degli attesi protagonisti: il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli e il presidente della Regione, Attilio Fontana, i quali hanno portato il loro contributo solo collegandosi online per un saluto. Per la prima volta parte della ricorrenza istituita nel 2003 dalle Nazioni unite è stata ospitata in un paese montano. A volerlo è stato proprio Calderoli, che ha potuto contare sul sostegno della sede distaccata della facoltà di Agraria dell’Università statale di Milano. La giornata si è aperta con la visita ai laboratori del Gesdimont (il centro di ricerche collegato a Unimont). Poi, nella vicina aula magna del Meneghini i saluti istituzionali. Degli assessori regionali Davide Caparini e Massimo Sertori, del direttore dell’ufficio Politiche per la montagna Giovanni Vetritto, del presidente della Provincia, Samuele Alghisi, e della Comunità montana, Alessandro Bonomelli, e del sindaco edolese Luca Masneri. Il convegno è entrato nel vivo presentando il tema scelto dalla Fao per il 2022: «Le donne muovono le montagne». E sono stati cinque interventi femminili ad animarlo. Cinque donne che attraverso la loro esperienza mirano ad aumentare la consapevolezza della potenzialità di queste aree. La prima parte dell’incontro si è chiusa con i contributi di Claudia Sorlini, docente emerita dell’Università degli Studi di Milano, e di Marcella Gargano del ministero dell’Università. Nel pomeriggio le due tavole rotonde: la prima riservata ai tecnici che hanno indagato su cosa serve alla montagna, la seconda sui contenuti politici di una legge per le zone montane con la partecipazione dei rappresentanti dei diversi partiti. Un momento di confronto e raccolta di idee e anche di stimolo per i legislatori nazionali e regionali. Un tema molto caro al sindaco di Edolo Luca Masneri, che col precedente Governo, in sinergia con molti altri suoi colleghi, stava lavorando alla stesura di un testo di legge che purtroppo finora ha seguito solo una parte dell’iter. «Tuttavia sono convinto - ha affermato Masneri - che nell’attesa di una riforma organica della legge sulla montagna alcune cose potrebbero essere fatte subito. Una delle proposte che ho avanzato è quella di iniziare a lasciare i proventi dello sfruttamento delle risorse dei nostri territori agli enti locali affinché possano determinare il proprio sviluppo. Penso in particolare all’Imu che lo Stato ci porta via per due terzi e che potrebbe lasciare a noi: sapremmo come usarla». Nel suo intervento, il presidente della Comunità montana ha chiesto maggiore autonomia gestionale per le terre alte «rispetto naturalmente ai problemi che la montagna ha. Su tutti lo spopolamento, ma anche per poter utilizzare e sfruttare meglio le proprie risorse». •.

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