Tre paesi in festa uniti dal benvenuto al nuovo parroco

di Luciano Ranzanici
Don Francesco Monchieri
Don Francesco Monchieri
Don Francesco Monchieri
Don Francesco Monchieri

Oggi inizia una nuova avventura spirituale per don Francesco Monchieri, 70 anni il prossimo dicembre: diventerà parroco di Ceto, Nadro, Cimbergo e Paspardo, e sarà anche responsabile della chiesetta del Cristo Risorto al Badetto. Il sacerdote farà il proprio ingresso a Paspardo alle 15, accolto dai fedeli in piazzale Marcolini insieme al sindaco Fabio De Pedro e dai suoi «colleghi» Marina Lanzetti (Ceto) e Giovan Battista Polonioli (Cimbergo), e mezz’ora dopo celebrerà la messa della presa di possesso delle quattro parrocchie nella chiesa di San Gaudenzio. Poi dedicherà la domenica alla sua prima messa a Cimbergo (alle 10,30) nella parrocchiale di Santa Maria Assunta, mentre la settimana successiva si occuperà dei fedeli del Badetto celebrando nella chiesa di Cristo Risorto (sabato 19 alle 16,30) e nella parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio a Nadro (il 20 alle 10). Domenica scorsa, prima di lasciare il posto al suo successore don Pierangelo Pedersoli ha salutato i parrocchiani di Nadro e Ceto: dal 26 febbraio assumerà la responsabilità delle parrocchie di Capodiponte, Cemmo e Pescarzo conservando però anche quella attuale di Ono San Pietro. Don Monchieri, originario di Prestine e ordinato a Brescia nel 1988, ha svolto il suo primo incarico come vicario parrocchiale a Cividate dal medesimo anno al 1993, per essere poi nominato parroco di Lozio e Villa, dove è rimasto per cinque anni. Dal 1996 al 1997 il sacerdote ha ricoperto il ruolo di vicario parrocchiale a Lumezzane Sant’Apollonio e dal 1997 al 2000 quello di cappellano nell’ospedale Santa Corona di Fasano, sul Garda. Il lungo servizio pastorale del sacerdote è proseguito a Tavernole, dove è rimasto dal 2000 al 2008, a Lavone di Pezzaze dal 2005 al 2008 e a Mura, Casto e Comero dal 2008 al 2010. Infine gli incarichi a Sabbio Chiese, a Villa Carcina e nella parrocchia dei santi Pietro e Paolo di Castelfranco di Rogno.•.

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