Treni a idrogeno, pronti via Ma il progetto è già dimagrito

di Luciano Ranzanici
Un convoglio ferroviario mosso da un motore a idrogenoLa presentazione del progetto trasporti per Sebino e Valcamonica
Un convoglio ferroviario mosso da un motore a idrogenoLa presentazione del progetto trasporti per Sebino e Valcamonica
Un convoglio ferroviario mosso da un motore a idrogenoLa presentazione del progetto trasporti per Sebino e Valcamonica
Un convoglio ferroviario mosso da un motore a idrogenoLa presentazione del progetto trasporti per Sebino e Valcamonica

La valle dell’idrogeno è già stata ridimensionata nella portata dell’operazione, ma gli attori protagonisti assicurano che il progetto H2 andrà in porto, o meglio in stazione, con la graduale entrata in servizio di treni a impatto zero tra Brescia e Edolo. Lo hanno ricordato ieri a Breno, mentre l’attuale esponente di Italia nostra Dario Furlanetto, che su questo piano aveva prodotto interventi e studi particolareggiati per gli enti comprensoriali camuni, raffreddava giustamente l’entusiasmo. L’ex direttore del Parco dell’Adamello ha infatti presentato alcuni dati che sottolineano l’inefficienza locale del trasporto pubblico, ricordando che i camuni usano treni e autobus per ragioni di lavoro e studio in percentuali trascurabili e denunciando il peggioramento della qualità dell’aria. «Anche per queste motivazioni - ha affermato Furlanetto - si devono spostare le persone dalla strada alla ferrovia, abbattendo così lo smog, operando intensamente proprio sulla nostra linea ferrata rendendola competitiva. Ben venga quindi l’idrogeno, anche se - ed ecco la nota critica - come era stato ventilato ci aspettavamo la nascita di una vera filiera camuna che avrebbe prodotto lavoro e occupazione, mentre invece non sarà così». Ed ecco perché. Ieri pomeriggio il presidente della Comunità montana, Sandro Bonomelli, ha ospitato il presidente di Ferrovie Nord Milano, Andrea Gibelli, il direttore generale di Fnm e amministrazione delegato di TreNord Marco Piuri e il consigliere delegato di Ferrovie Nord, Emanuele Serina, per la presentazione del primo progetto italiano di trasporto ferroviario a idrogeno. Lanciato da Regione, Fnm, Ferrovie Nord e TreNord per «decarbonizzare» il trasporto pubblico, dal punto di vista dei numeri, sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo quando si arriverà a pieno regime verranno impiegati nuovi 14 treni che rilasceranno in atmosfera solo vapore acqueo (attualmente sono 6 quelli in fase di allestimento, mentre i mezzi a gasolio che compongono l’attuale flotta sono pure 14) e 40 autobus con le stesse caratteristiche. E gli impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione del gas ecologico? Ecco le note dolenti di Furlanetto: un primo sito sarà realizzato a Iseo, con una capacità di 1.400 chili al giorno, e altri due nasceranno a Brescia e a Edolo, con una uguale capacità produttiva. Addio insomma all’ipotesi Pisogne, quella che prevedeva un recupero in questa direzione dell’enorme area industriale dismessa della ex Ols. Altre anticipazioni? L’avvio delle corse di prova è previsto per il secondo semestre di quest’anno, mentre quello del servizio commerciale è stato fissato per il primo semestre del 2024. La Regione ha messo a disposizione lo scorso anno 80 milioni e 100 mila euro per il piano, e complessivamente sulla tratta dovrebbero essere investiti 300 milioni: 140 destinati agli impianti di produzione e di stoccaggio dell’idrogeno. Infine una curiosità: quando la nuova linea sarà operativa tornerà in servizio una vecchia locomotiva a vapore di fine ’800 con al traino cinque vagoni. Sarà il Treno dei sapori.•.

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