Da Serle alle Pertiche c’è un piccolo «esercito» di custodi delle foreste

di M.PAS.
Volontari del servizio anticendio della Valsabbia all’opera
Volontari del servizio anticendio della Valsabbia all’opera
Volontari del servizio anticendio della Valsabbia all’opera
Volontari del servizio anticendio della Valsabbia all’opera

L’ennesimo scempio ambientale che ha colpito la Valsabbia offre anche l’occasione per fare il punto sulle forze in campo nella tutela dei boschi. Il Gruppo antincendio boschivo copre l’intero territorio valsabbino grazie a oltre 200 volontari a disposizione, distribuiti in 18 diverse aggregazioni locali che vanno del nucleo di Bagolino fino a quelli di Gavardo, Serle e Vallio Terme. Si tratta di squadre di tipo associazionistico (in 15 casi) ma anche di gruppi comunali (come succede a Bione, Barghe e Pertica Alta. «Non tutti i territori dispongono di un nucleo specializzato, ma è l’insieme dell’antincendio boschivo che in base alle necessità del momento si sposta dove è necessario un intervento - spiegano in Comunità montana -. I 25 comuni della Valsabbia possono quindi contare sul lavoro di 206 volontari suddivisi in squadre composte da almeno 5 esperti pronti a partire da Bione, Barghe e Pertica Alta, da Bagolino, Vobarno, Agnosine, Treviso Bresciano, Vallio Terme, Ponte Caffaro, Capovalle, Roè Volciano, Casto, Serle, Sopraponte di Gavardo, Pertica Bassa, Lavenone, Odolo e Mura». IL COORDINATORE del servizio antincendio valsabbino è Marco Mozzi, e opera da Nozza di Vestone, dalla sede della Comunità montana, gestendo una realtà che fortunatamente è consolidata e collaudata da anni e anni di mossioni di contenimento e spegnimento ovunque brucino i prati, i boschi e le montagne. Non a caso proprio l’ente comprensoriale conta su un proprio assessorato, quello alla Protezione civile, guidato da Giovanbattista Guerra, sindaco di Barghe e a sua volta volontario del Gruppo antincendio del proprio paese, per la gestione dell’intero servizio di emergenza incendi. «Per il triennio 2020-2022 prevediamo un corso per caposquadra Aib e uno stage per operatori - anticipa Mozzi - e poi incontri di aggiornamento, esercitazioni e simulazioni per testare con continuità le capacità delle squadre sul campo. Oltre a tutto questo ci sono gli interventi, che devono avvenire con operatori volontari messi in condizione di lavorare con la massima sicurezza».

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