È il «Paese degli Stampatori» Sabbio onora la sua storia

di Massimo Pasinetti
I nuovi cartelli apposti a tutti gli ingressi dell’abitato qualificano Sabbio Chiese come «Il Paese degli Stampatori»
I nuovi cartelli apposti a tutti gli ingressi dell’abitato qualificano Sabbio Chiese come «Il Paese degli Stampatori»
I nuovi cartelli apposti a tutti gli ingressi dell’abitato qualificano Sabbio Chiese come «Il Paese degli Stampatori»
I nuovi cartelli apposti a tutti gli ingressi dell’abitato qualificano Sabbio Chiese come «Il Paese degli Stampatori»

Sabbio Chiese diventa ufficialmente il «Paese degli stampatori», con riferimento ai secoli XVI e XVII, quando le attività di stampa erano fiorenti e dal paese valsabbino provenivano i migliori artigiani d’Italia. A tutte le entrate stradali all’abitato di Sabbio (da Vobarno, da Barghe e dalla direzione Lumezzane-Odolo) sotto al normale cartello toponimico «Sabbio Chiese» sono stati aggiunti altri cartelli specifici che indicano come il paese sia a tutti gli effetti riconosciuto come il «Paese degli Stampatori». «A partire da inizio ‘500 furono tanti i sabbiensi che si spostarono a Venezia in cerca di lavoro seguendo il flusso dei commercianti di carta prodotta nella valle di Toscolano, ma anche a Sabbio stesso. Tanti di loro prima lavorarono duramente nelle migliori stamperie delle città, a Venezia, come a Brescia e persino a Napoli, per poi mettersi in proprio e trasformarsi in editori, finendo per lasciare un’impronta profonda nella storia dell’editoria italiana. Furono numerose le famiglie sabbiensi che si dedicarono all’arte della stampa: dai Nicolini ai Tini e ai Gelmini, dai Ventura ai Bascarini, dagli Antoni ai Bericchia e ai Pelizzari, dai Carampelli ai Bonibelli. A loro va aggiunto anche Giovanni Paoli, il primo a portare l’arte della stampa in America, nell’allora ricca Città del Messico. E mentre Sabbio Chiese diventa «Paese degli Stampatori», prosegue di pari passo la realizzazione, nel centro storico lungo la stradina tra il municipio e la Casa di riposo, del «Museo degli Stampatori», in uno spazio privato donato dal professor Alfredo Bonomi al Comune con lo scopo vincolato di realizzarvi il museo «Ci stiamo lavorando da tempo - spiega l’assessore sabbiense alla Cultura Claudio Ferremi, che è anche coordinatore del gruppo di lavoro per il Museo - assieme a un vero e proprio Comitato scientifico che coinvolge anche l’Ateneo di Salò: lo stesso Bonomi, Ennio Ferraglio, Elena Ledda, Flavio Richiedei e Michela Valotti. Già nel 2021 abbiamo dato vita al quaderno “Zero” del futuro museo, e abbiamo proposto la cartellonistica del “paese degli stampatori”, già posizionata. Ma abbiamo anche presentato il progetto del museo stesso, realizzato da architetti e ingegneri sabbiensi, Luca Tugnoli, Chiara Tonni e Mauro Leonesio». L’operazione è ben finanziata: 180 mila euro dal Gal Garda-Valsabbia, 150 mila dalla Regione Lombardia e circa 100 mila di euro girati al Comune dallo Stato. Ora c’è il via ai lavori sulla struttura che diventerà museo. L’inaugurazione è prevista per il 2023, in concomitanza con le feste Decennali di Sabbio e con l’anno di Brescia e Bergamo capitali italiane della cultura. •.

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