Eridio e Chiese, via all’approccio sostenibile

di Mila Rovatti
I camminatori della marcia per la difesa del Chiese dai depuratori del Garda accolti ieri a Idro
I camminatori della marcia per la difesa del Chiese dai depuratori del Garda accolti ieri a Idro
I camminatori della marcia per la difesa del Chiese dai depuratori del Garda accolti ieri a Idro
I camminatori della marcia per la difesa del Chiese dai depuratori del Garda accolti ieri a Idro

In questi giorni i livelli sono ottimi e il lago d’Idro è uno spettacolo per gli occhi, e se a questo si aggiunge che la pandemia di ritorno sta facendo concentrare l’attenzione di tutti su problemi più «invasivi», sono sicuramente poche le persone che si occupano del futuro dell’Eridio. Ma naturalmente i grandi interessi economici legati allo sfruttamento delle acque non sono scomparsi; anzi. Tra le 106 opere che in luglio il ministero delle Infrastrutture ha fatto rientrare nel cosiddetto «decreto semplificazioni» ci sarebbero anche quelle di «messa in sicurezza» del lago, il che significa che i tempi per la realizzazione di nuova traversa e nuova galleria di svaso (per 56 milioni di euro stimati) potrebbero accelerare «semplificando» appunto i procedimenti amministrativi e gli adempimenti burocratici. Resta però l’incognita della fine fatta dal vecchio progetto, perché anche se la Regione Lombardia non ha mai dato la conferma ufficiale (ma neppure la smentita), pare che l’anno scorso Milano abbia chiuso la procedura progettuale delle opere di regolazione con l’intenzione di sviluppare una nuova ipotesi progettuale che a oggi non è nota. La Regione ha inoltre revocato l’incarico a Infrastrutture lombarde, e ha dato il via alla procedura per la risoluzione del contratto con la spa Itinera che si era aggiudicata l’appalto. Non è quindi chiaro cosa intenda accelerare il ministero delle Infrastrutture, che per risollevare l’economia del Paese punta anche su lavori che non hanno piani. PER ALTRI soggetti è invece chiara la necessità di tutelare il lago come bene da rispettare negli interessi di tutti. Lo dimostra la mozione approvata dal consiglio provinciale di Trento e presentata dall’esponente del Movimento 5 Stelle Alex Marini, con la quale si stabilisce di sviluppare una campagna di monitoraggio del Chiese e del lago d’Idro per elaborare un modello di utilizzo sostenibile della risorsa idrica. Un modello replicabile anche al resto del Trentino e del Paese. Con questo «sì» il consiglio provinciale impegna la giunta di Trento a promuovere uno schema di accordo e collaborazione fra l’Università degli Studi di Trento e quella di Brescia, che saranno invitate a studiare e convalidare un modello sperimentale utile a garantire la sostenibilità delle sfruttamento idroelettrico del fiume e del lago. «Puntiamo a fare un netto salto di qualità rispetto ai sistemi in uso - spiega Alex Marini -. Bisogna superare la concezione attuale, secondo la quale gli aspetti ecologici, economici e sociali dello sfruttamento idrico vengono trattati separatamente, ignorando il fatto che ogni decisione in un ambito provoca conseguenze complessive». La proposta dei trentini è quella di simulare preventivamente l’effetto di molte proposte, trovare una loro ottimizzazione, verificare sul campo se la realtà sia paragonabile al modello teorico e poi, se necessario, aggiustare il tutto. Vedremo quali saranno le reazioni nel Bresciano e a Milano. Intanto, hanno fatto tappa a Idro gli uomini del «Cammino del lago», la marcia ideata da Mirko Savi per lanciare un appello alla salvaguardia del Chiese ribadendo il no ai maxi depuratori delle fogne del Garda ipotizzati a Gavardo e Montichiari. La marcia proseguirà oggi da Daone al rifugio Val di Fumo e si concluderà domani alle sorgenti del Chiese. •

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