L’addio a Luca colpisce il cuore dell’intero paese

di Alessandro Gatta
Luca Chiodi: aveva solo 34 anniIl luogo della fatale caduta, a Brozzo di Marcheno, che è costata la vita al giovane Luca Chiodi di Paitone durante una gita in moto
Luca Chiodi: aveva solo 34 anniIl luogo della fatale caduta, a Brozzo di Marcheno, che è costata la vita al giovane Luca Chiodi di Paitone durante una gita in moto
Luca Chiodi: aveva solo 34 anniIl luogo della fatale caduta, a Brozzo di Marcheno, che è costata la vita al giovane Luca Chiodi di Paitone durante una gita in moto
Luca Chiodi: aveva solo 34 anniIl luogo della fatale caduta, a Brozzo di Marcheno, che è costata la vita al giovane Luca Chiodi di Paitone durante una gita in moto

Era uscito di casa da nemmeno un’ora per fare un giro in moto, uno dei primi che si concedeva dalla fine del lockdown: ma tra Brozzo di Marcheno e Lodrino è stato disarcionato dalla sua fedele Ktm e dopo un volo di qualche metro si è schiantato contro un muretto, morto sul colpo. La dinamica è ancora poco chiara: non ci sono segni di frenata e la moto è praticamente intatta, dunque prende corpo l’ipotesi di un malore. A PAITONE tutto il paese si stringe in un simbolico cordoglio alla famiglia per la prematura scomparsa di Luca Chiodi, 34 anni ancora da compiere, morto domenica pomeriggio in Valtrompia, sulla Strada provinciale 345. Dopo il nulla osta della magistratura, che non ha richiesto l’autopsia, già ieri sera la salma è tornata a casa: la camera ardente è stata allestita alla Domus Aurora di Gavardo. I funerali saranno celebrati domani alle 15, in un’area esterna tra il campo sportivo e il cimitero: si potrà accedere solo dai varchi controllati da volontari, con misurazione della temperatura. «Lo conoscevo bene, come tutti in paese - ricorda il sindaco Alberto Maestri, il primo insieme al maresciallo Nicolais Napolitano a dare la notizia ai familiari -. Ero stato suo catechista, insieme avevamo fatto il grest. Luca era sempre a disposizione di tutti. Siamo distrutti: in casi come questi si può solo pregare e sperare che ci sia un disegno divino che possa dare senso alle cose». In paese di Luca dicono fosse un bravissimo ragazzo, riservato e responsabile, sempre pronto a dare una mano: collaborava con la parrocchia, aveva fatto sia il volontario che l’animatore al grest. Era considerato un piccolo genio, davanti a sé aveva una brillantissima carriera: era ingegnere informatico, al lavoro per un’azienda di Brescia che lo aveva contattato ancora prima della laurea, per il suo brillante rendimento universitario. Lo piangono i genitori Nunzia e Graziano, la sorella Roberta, la nonna Lucia. •

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