Natura da vivere, il ritorno del Fontanone

di Alessandro Gatta
Uno scorcio del Fontanone di Paitone come appare oggiUn altro angolo dell’area di interesse naturalisticoL’acqua è l’elemento centrale di questo parco carsico
Uno scorcio del Fontanone di Paitone come appare oggiUn altro angolo dell’area di interesse naturalisticoL’acqua è l’elemento centrale di questo parco carsico
Uno scorcio del Fontanone di Paitone come appare oggiUn altro angolo dell’area di interesse naturalisticoL’acqua è l’elemento centrale di questo parco carsico
Uno scorcio del Fontanone di Paitone come appare oggiUn altro angolo dell’area di interesse naturalisticoL’acqua è l’elemento centrale di questo parco carsico

La prima parte dei lavori si è conclusa venerdì, la seconda riprenderà probabilmente nei prossimi mesi, sviluppando ulteriormente il restauro dell’area del Fontanone, nella località Colombaro di Paitone, a 13 anni esatti (era l’agosto del 2007) dalla sua inaugurazione. Le origini di questo suggestivo sito naturalistico fortemente trasformato dall’uomo si perdono nella notte dei tempi, ed è millenario anche l’utilizzo antropico: in tempi più recenti, per un lungo periodo qui ha funzionato uno dei punti chiave dell’acquedotto comunale, poi l’area è stata riconvertita a parco; un parco collocato nel mezzo del Sentiero del Carso e «riempito» da alberi, percorsi e cascatelle create dallo scorrere perpetuo della sorgente (una vera risorgiva) del torrente Rudone. UN PICCOLO tesoro, insomma. Ma «da troppo tempo l’area era ormai degradata - ricorda il sindaco Alberto Maestri - e meritava un intervento significativo. L’ultimo, se non ricordo male, risaliva a più di 10 anni fa. Praticamente da quando era stata aperta al pubblico nella nuova versione». Il piano per la messa a punto è stato suddiviso in due parti: nella prima, appena conclusa, si è intervenuti con il taglio e la potatura di alcune piante e con la pulizia generale dell’area. «Il riordino - continua Maestri - non poteva che iniziare dalle piante, in particolare quelle interne che erano ormai seccate perché soffocate da quelle esterne, alcune alte più di 15 metri. Ma abbiamo anche dovuto programmare delle operazioni di recupero, sia dei fusti caduti durante l’ultimo temporale, sia di alcune panchine che erano state buttate in acqua penso come atto vandalico, e che speriamo di poter riutilizzare». Quello degli idioti a piede libero è un altro problema: «Non essendoci controllo, il Fontanone è da sempre in balia dei vandali, che fanno quello che vogliono». Per questo nella fase 2 del progetto «interverremo sistemando i cancelli, predisponendo orari di apertura e chiusura e pure un impianto di videosorveglianza. Perché quando era stato aperto questo parco era una meraviglia, e vogliamo che torni a essere tale». Poche migliaia di euro per la fase 1, ancora da quantificare il preventivo per i prossimi interventi. QUALCHE PILLOLA di idrogeologia: a prima vista, fa sapere l’Ecomuseo del Botticino, il Fontanone (o Fontanù) potrebbe sembrare «una tranquilla e limpida pozza d’acqua che lascia intravedere il fondo sassoso. Una calma che potrebbe durare per mesi senza cambiare, anche in presenza di forti precipitazioni. Un quadro che resta imperturbato fino al momento in cui la quiete viene scossa improvvisamente, prima con un rapido aumento di portata, e poi con una esplosione di acqua ribollente che invade l’alveo del laghetto, tracima sopra il marciapiede fino a formare una cascata». Una meraviglia della natura nel bene e nel male: capita a volte che il fondo a valle si riempia al punto di non riuscire più a contenere l’onda di piena, e che l’acqua superi le sponde fino a invadere i campi circostanti. •

Suggerimenti