Storia, servizi e peso economico Gavardo merita il titolo di Città

di Alessandro Gatta
Una bellissima istantanea di Gavardo negli anni Trenta del ’900. Storia e modernità qui sono di casa
Una bellissima istantanea di Gavardo negli anni Trenta del ’900. Storia e modernità qui sono di casa
Una bellissima istantanea di Gavardo negli anni Trenta del ’900. Storia e modernità qui sono di casa
Una bellissima istantanea di Gavardo negli anni Trenta del ’900. Storia e modernità qui sono di casa

Il titolo di «Comune» inizia a stare un po’ stretto a Gavardo, che con i suoi 12.332 abitanti ora sogna di diventare «Città». Così è stata avviata la procedura per richiedere il riconoscimento al presidente della Repubblica. Primo step già lunedì 28 in consiglio comunale, quando si discuterà l’istanza da presentare al ministero dell’Interno. I tempi sono lunghi, potrebbero volerci anni, ma l’obiettivo è dichiarato e (si spera) condiviso. «Gavardo nella storia è sempre stata al centro di importanti avvenimenti - ricorda il sindaco Davide Comaglio - e ha sempre avuto un ruolo di primo piano, che continua ancora oggi. Il titolo di Città non porterà immediati vantaggi economici, ma sicuramente l’attività di promozione del territorio ne trarrà beneficio. Ma in questo caso si tratta di dare il giusto valore alla storia di Gavardo, ai cittadini che ci vivono e ci hanno vissuto». Sono 16 i municipi bresciani che, capoluogo compreso, si possono fregiare del titolo: i più antichi sono Chiari e Salò, i più recenti Gardone Riviera, Rezzato e Rovato. La norma prevede che venga concesso con decreto del presidente della Repubblica su proposta del ministero dell’Interno ai Comuni meritevoli «per ricordi, monumenti storici e importanza». Per questo all’istanza verrà allegata una relazione a firma della professoressa Emilia Nicoli, alla quale nel 2005 venne affidato lo stesso incarico dal sindaco di allora Gian Battista Tonni (ma poi non se ne fece più nulla). La relazione inizia dal più recente censimento: 12.332 residenti di cui 8.547 a Gavardo, 2.307 a Soprazocco e 1.476 a Sopraponte, quasi raddoppiati rispetto agli anni ’50. Si ricordano le tracce dei primi insediamenti umani, risalenti a più di 7000 anni fa; poi gli Etruschi, i Cenomani e i Romani, il feudo vescovile del X secolo, la Serenissima dal 1426 (e per 370 anni) che fece di Gavardo una «quadra» che controllava 10 paesi. Il patrimonio storico-artistico vanta il vecchio mulino, il Museo archeologico della Valsabbia, la casa Alberghini (palazzo signorile del ’300) ma anche il Chiese, il Naviglio, il parco dell’Isolo. Le attività produttive: dal lanificio di Gavardo fondato nel 1889 che negli anni ’50 occupava 1.700 dipendenti alle 1.104 aziende operative oggi, la fiera inaugurata nel 1829 e la sua versione moderna dal 1957. L’importanza sociale? Due case di riposo, l’ospedale, la caserma dei carabinieri e dei colleghi forestali. I personaggi illustri? Camillo Tarello, Alessandro Luzzago, Giovanni Quarena, Elisa Baldo, Antonio Ferretti. «Ho svolto questo lavoro, redatto secondo i criteri idonei a ottenere il riconoscimento - spiega Emilia Nicoli - con rinnovato amore per il mio paese e con l’orgoglio di appartenere a questa comunità. Con la speranza che tutto questo contribuisca non solo all’acquisizione del titolo, ma ad accrescere il senso civico dei cittadini».•.

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