«Tutela del Chiese, la Comunità ha perso una grande occasione»

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Una delle manifestazioni contro i depuratori «decentrati» del Garda
Una delle manifestazioni contro i depuratori «decentrati» del Garda
Una delle manifestazioni contro i depuratori «decentrati» del Garda
Una delle manifestazioni contro i depuratori «decentrati» del Garda

La mobilitazione contro i depuratori di Gavardo e Montichiari prosegue. I sindaci dei Comuni del bacino del Chiese riuniti nell’assemblea convocata l’altro giorno nel municipio di Gavardo hanno approvato il varo di una commissione di esperti del settore per realizzare uno studio che esamini accuratamente il progetto di Acque Bresciane, per individuare soluzioni alternative allo smaltimento delle fogne del Garda in Valsabbia e Bassa. Il Tavolo delle associazioni in difesa del Chiese intanto ribadisce la sua posizione. LE GRANDI battaglie in difesa del territorio «le vinceremo soltanto grazie alla perseveranza delle organizzazioni e alla volontà dei cittadini, non certamente per la sudditanza psicologica dei rappresentanti istituzionali della Valle nei confronti delle alte sfere»: Gianluca Bordiga, portavoce del coordinamento, commenta il presidio e l’assemblea nella sede della Comunità Montana di Valsabbia. «Abbiamo capito come sia assente la consapevolezza del valore che può avere il coordinamento e l’unità tra gli enti locali, a maggior ragione davanti al progetto del depuratore gardesano che, se venisse davvero realizzato, causerebbe danni inimmaginabili - sottolinea Bordiga -. Durante l’incontro ci si è soffermati a lungo sulla mozione presentata da Elisa Toffolo, consigliere comunale di Gavardo, che chiedeva una presa di posizione della Comunità Montana contro il progetto di scaricare nel Chiese la depurazione dei Comuni della sponda bresciana del Garda. Si è discusso un’ora per addolcire il testo e modificare la parola “contrasto”, che all’assemblea di Valle sembrava “troppo dura”, troppo di opposizione». Nonostante l'ammissione, «con la dichiarazione congiunta di Aib e Coldiretti, che il progetto di scaricare le acque del depuratore nel Chiese con due mega impianti a Gavardo e a Montichiari è stato concepito sulla spinta di interessi produttivi del comparto agricolo - aggiunge Bordiga -, i rappresentanti dei Comuni valsabbini lunedì non sono stati capaci di prendere una forte posizione per dire no ad ogni ipotesi che un bacino imbrifero possa inquinarne un altro». Il Tavolo delle Associazioni - che annovera 19 formazioni sociali no-profit della Val Giudicarie e del territorio bresciano fino ai Comuni del Mantovano -, costituito nell’ottobre dello scorso anno nell’ottica di difendere i 160 chilometri dell’asta del Chiese da ogni forma di inquinamento, coinvolgendo ognuna delle 30 comunità bagnate dal fiume, ha già messo in calendario i prossimi appuntamenti. LUNEDÌ ALLE 20.30 nella sala civica di Gavardo è in programma l’assemblea pubblica «Salviamo il fiume Chiese», alla quale parteciperanno, oltre a Bordiga, anche Stefano Guarisco, esperto ambientale di tecniche di depurazione, e l’ingegnere civile Filippo Grumi. La prossima riunione del Tavolo è fissata lunedì 14 ottobre in Trentino, ospiti dell’Associazione Pescatori Alto Chiese. Infine altre due assemblee: il 7 novembre a Sabbio Chiese e il 2 dicembre a Calcinatello. •

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