Un «rogo di ripulitura» sfregia la montagna

di M.PAS.
I Vigili del fuoco hanno dovuto operare per ore sul monte Ladino
I Vigili del fuoco hanno dovuto operare per ore sul monte Ladino
I Vigili del fuoco hanno dovuto operare per ore sul monte Ladino
I Vigili del fuoco hanno dovuto operare per ore sul monte Ladino

È stato un pomeriggio di grande fatica per i volontari mobilitati da due valli e per i vigili del fuoco; ma alla fine l’incendio che ieri si è sviluppato sul monte Ladino, sopra l’abitato di Casto, lungo la cresta che divide la Valsabbia dalla Valtrompia, è stato domato. Non è stata impresa semplice per una serie di coincidenze negative. La prima è che il rogo si è manifestato nel pomeriggio e in un’area nascosta che ha impedito di vedere rapidamente le fiamme e il fumo generati dal legno che bruciava. La seconda si è manifestata quando le fiamme si sono estese fino alla cresta del monte: qui le raffiche di vento hanno iniziato ad alimentarle complicando la situazione. Infine, la difficoltà di raggiungere il luogo dell’incendio, lontano almeno mezz’ora dai due fondovalle: per chi è arrivato dal versante valtrumplino (i volontari della squadra antincendio boschivo di Lodrino) il tragitto è stato possibile solamente con un quad, un veicolo adatto a tutti i terreni, mentre la trasferta è stata un po’ più facile per gli operatori partiti dalla Valsabbia (prima una squadra partira da Casto e successivamente una seconda mobilitata da Mura), ma in ogni caso lungo un percorso scomodo e faticoso. DALLA VALTROMPIA sono arrivati anche i vigili del fuoco partiti da Gardone, mentre dal versante opposto l’allarme ha raggiunto quelli del distaccamento di volontari di Vestone, che erano appena «scesi» dal rogo scoppiato sul territorio di Treviso Bresciano. Le cause? È quasi certo che le fiamme siano state il frutto di un fuoco di «ripulitura», vietato, soprattutto in fasi stagionali ad altissimo rischio come questa, caratterizzata da una lunga siccità, ma ancora purtroppo praticato da chi possiede terreni in montagna e che in questo caso è sfuggito al controllo. Un’idiozia che per adesso non ha un colpevole, che poteva causare un disastro e che comunque ha fatto danni alla copertura vegetale della zona colpita. «È stato allertato anche l’elicottero antincendio della Regione - ricorda il coordinatore delle squadre antincendio boschivo che fanno capo alla Comunità montana della Valsabbia Marco Mozzi - che è arrivato rapidamente sulla zona, particolarmente impervia; ma alla fine il velivolo non è potuto intervenire ed è ritornato alla base». Nel complesso sul fronte delle fiamme sono intervenute una decina di persone, e dopo qualche ora di lavoro è avvenuto lo spegnimento. Ma il terreno attraversato verrà controllato anche oggi per scongiurare una eventuale ripartenza provocata da un focolaio. •

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