Il referendum negato? La parola passa al Tar

Villa Carcina  Uno striscione appeso al termine della raccolta di firme pro referendum
Villa Carcina Uno striscione appeso al termine della raccolta di firme pro referendum
Villa Carcina  Uno striscione appeso al termine della raccolta di firme pro referendum
Villa Carcina Uno striscione appeso al termine della raccolta di firme pro referendum

Avevano detto che non intendevano arrendersi e hanno mantenuto la parola. E visto che il Comune di Villa Carcina ha approvato la variante per permettere a un privato di costruire un nuovo supermercato vanificando gli sforzi del comitato «I cittadini contano», che si era mosso per ottenere un referendum consultivo, il fronte del no ha deciso di fare ricorso al Tar contestando proprio le azioni dell’amministrazione comunale. «Sono due gli atti amministrativi che riteniamo gravi avvenuti recentemente a danno del comitato referendario e dei cittadini contrari al discount previsto in via Marconi - spiega il presidente Ivano Scalvini -. Innanzitutto la commissione tecnica ha sospeso il giudizio di ammissibilità del referendum richiesto da oltre mille cittadini; poi, il gruppo di maggioranza “Patto per Villa Carcina” (con l’eccezione del consigliere Giuliano Ghizzardi) ha approvato in via definitiva la variante per proseguire con il progetto. Sono entrambe mosse che a nostro avviso contrastano con lo statuto comunale e col regolamento per il funzionamento degli istituti per la partecipazione popolare alle scelte amministrative». Il 27 gennaio il comitato aveva già segnalato alla Prefettura ciò che ritiene un’anomalia amministrativa, e il 23 gennaio aveva chiesto al sindaco Moris Cadei di adempiere al regolamento indicendo il referendum regolarmente richiesto dai cittadini. «Il comitato rispetta le istituzioni - aggiunge Isaia Mensi - ma denuncia alla popolazione che quella decisione si oppone alla manifesta volontà partecipativa dei cittadini e svuota qualsiasi futura iniziativa di democrazia popolare a Villa Carcina, a esclusivo vantaggio di consolidate posizioni di potere». Per il comitato non rimane che un’azione nell’interesse generale: tentare di sciogliere i nodi della partecipazione civica sperimentando il ricorso al Tribunale amministrativo regionale. «Ringraziando vivamente quanti hanno sottoscritto l’istanza referendaria - continua il presidente - ribadiamo il nostro più fermo dissenso per quella che riteniamo un’ingiustizia amministrativa e urbanistica e chiediamo ai cittadini di aiutarci nel sostenere le spese per il ricorso al Tar». Appello già raccolto: il fronte del no fa sapere che diverse persone si sono fatte avanti per offrire un contributo. A tempo di record il comitato aveva raccolto e depositato il 18 gennaio scorso 1.071 firme di elettori, 1.035 ritenute valide. «A partire da quella data la commissione tecnica aveva a disposizione 15 giorni per esprimere e trasmettere al sindaco il suo giudizio di ammissibilità del referendum - conclude Scalvini -. La scadenza dettata dal regolamento comunale era al primo febbraio. Poi il sindaco avrebbe avuto 30 giorni per indire il referendum». •.

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