L’agricoltura? Inclusiva e «bio» è meglio

di Marco Benasseni
Al lavoro negli orti sociali di Villa CarcinaI rappresentanti degli enti promotori del nuovo progetto
Al lavoro negli orti sociali di Villa CarcinaI rappresentanti degli enti promotori del nuovo progetto
Al lavoro negli orti sociali di Villa CarcinaI rappresentanti degli enti promotori del nuovo progetto
Al lavoro negli orti sociali di Villa CarcinaI rappresentanti degli enti promotori del nuovo progetto

Agricoltura sostenibile, recupero ambientale e inserimento lavorativo di persone svantaggiate: sono i cardini del progetto triennale «AgroMania. Un modello agroecologico di inclusione», promosso dalla cooperativa La Rete in collaborazione con il Comune di Villa Carcina, l’Università degli studi di Brescia e una ventina di altri partner, tra i quali l’Afg Piamarta. Da 5 anni La Rete collabora col municipio per collegare l’argine del Mella, lungo il quale sono nati gli orti solidali e una serra, con i bisogni di persone fragili, e con questo progetto, finanziato con 336mila euro dalla Fondazione Cariplo, si vuole proseguire il percorso creando nuove opportunità lavorative. «Proprio per questo aspetto è stata coinvolta la cooperativa ArticoloUno, che si occupa di inserimento lavorativo - precisa Domenico Bizzarro, presidente de La Rete -. L’importo complessivo di AgroMania ammonta a 590mila euro, di cui 336mila finanziati, il restante sarà coperto dalla nostra cooperativa e dagli altri soggetti coinvolti». Gli interventi prevedono l’ampliamento dell’area dedicata agli orti sul Mella con la costruzione di una nuova serra di circa 800 metri e il recupero di un’area boschiva sul colle di San Giuseppe per rimettere in produzione un castagneto abbandonato. «La nostra partecipazione al progetto - spiega Emanuela Gobbi, docente di Scienze agrarie e veterinarie del dipartimento di Medicina traslazionale dell’Università di Brescia - prevede il recupero di due ettari di bosco nell’area di Mompiano, a Brescia, con la rinascita dell’antica coltivazione di castagni, e la sistemazione dell’attuale sottobosco diventato impenetrabile e quindi difficile da proteggere dagli incendi». Con questa iniziativa, La Rete offre all’università la possibilità di effettuare il primo intervento in ambito agricolo e forestale nel Bresciano. «Il progetto dà seguito agli orti solidali inizialmente previsti per riqualificare la zona che costeggia la pista ciclopedonale e coinvolgere gli anziani - ricorda il sindaco Moris Cadei -. In realtà abbiamo visto che in quell’area si poteva sviluppare un progetto più ampio: non solo coinvolgendo i pensionati, ma anche le realtà del territorio, come scuole, Cps e altre strutture. Un esempio che potrà essere esportato». NON SOLO: le attività lungo il Mella puntano alla certificazione bio, dato che rispettano tutti i requisiti richiesti. Gli operatori ci tengono a precisare che l’acqua inquinata del fiume non viene utilizzata per irrigare gli orti, e che sul terreno sono state fatte analisi per assicurare la qualità dei prodotti coltivati. La speranza è che il progetto migliori ulteriormente la sensibilità di alcuni imprenditori che vedono il Mella come una discarica e non come una risorsa. Per gli enti coinvolti, invece, sarà un motivo in più per tenere gli occhi bene aperti. Infine, attraverso AgroMania il Centro di formazione professionale Artigianelli di rescia (il Piamarta citato in apertura) individuerà studenti da orientare verso esperienze di alternanza scuola lavoro o di tirocini extracurricolari finalizzati all’inserimento lavorativo. •

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