I negozi di prossimità e gli artigiani sono la ricchezza di una comunità, ma questa è una fase di grandissima sofferenza. Per fortuna ci sono iniziative nate per sostenere il settore, e una di queste si chiama #noisiamosarezzo: un progetto fotografico che nasce per mettere in risalto i punti di forza dei piccoli negozi di paese, particolarmente colpiti dalle chiusure obbligatorie legate alla pandemia. L’idea è stata di Laura Uberti Metelli e Manuel Metelli, marito e moglie, titolari dello studio Metelli fotografi aperto sette anni fa a Sarezzo. Di cosa si tratta? «Vogliamo valorizzare i nostri commercianti, il loro lavoro, la professionalità che c’è dietro ogni bancone - risponde Laura -. E quale strumento utilizzare se non quello che conosciamo meglio? Se per noi è la macchina fotografica, per loro possono essere gli strumenti con cui lavorano, il sorriso con cui accolgono i clienti, le mani con cui impastano, cucinano o ricamano». I primi scatti sono avvenuti nei negozi più piccoli, quelli che i due conoscono personalmente; poi hanno iniziato ad arrivare anche le richieste degli altri. «Il progetto vuole valorizzare e raccontare gli esercizi di famiglia, ma ovviamente daremo sostegno anche agli altri - continua Laura -. Ci mettiamo a disposizione gratuitamente. È una campagna personale che vuole raccontare il valore dei nostri concittadini e colleghi: a noi basta farci conoscere». Durante questo viaggio nelle strade di Sarezzo, Laura e Manuel hanno scoperto i segreti di molti mestieri, hanno potuto toccare con mano la passione che muove intere famiglie da generazioni. «Mi hanno chiamato un paio di commercianti da Gardone - aggiunge la fotografa -: ho spiegato che, causa tempo, non posso spostarmi su un altro Comune prima di aver finito il mio. Ma sarebbe bello che altri fotografi partecipassero a un’iniziativa simile. Anche sentendoci e scambiandoci le indicazioni. Poi come ogni progetto bisogna sentirselo dentro e crederci. Per fare gli scatti al fornaio, per esempio, ci siamo mossi alle 4 di mattina». LE IMMAGINI pubblicate sui social «parlano» di professionalità, servizi accurati, della bellezza dei luoghi in cui si lavora, di relazioni e persone. «La differenza tra un centro commerciale e una bottega di paese è l’aspetto umano: nei primi vincono i numeri, nella seconda si parla sempre di persone - conclude Laura -. I nostri negozianti conoscono le esigenze dei clienti, che chiamano per nome; li fanno sentire coccolati». Le fotografie sono un mezzo espressivo molto potente, e dagli scatti di Laura e Manuel emerge un rapporto vivo tra venditore e acquirente, un dialogo denso di colore, di passione e di esperienza. Finora hanno aderito una decina di negozi, per la prossima settimana ce ne sono in programma altri dieci. •