Sul Mella ha trovato casa un’anatra da fotografare

di P.BAL.
Un esemplare di smergo maggiore maschioUna femmina della stessa specieIl tratto del Mella tra Collebeato e Concesio in cui è stato registrato il maggior numero di smerghi
Un esemplare di smergo maggiore maschioUna femmina della stessa specieIl tratto del Mella tra Collebeato e Concesio in cui è stato registrato il maggior numero di smerghi
Un esemplare di smergo maggiore maschioUna femmina della stessa specieIl tratto del Mella tra Collebeato e Concesio in cui è stato registrato il maggior numero di smerghi
Un esemplare di smergo maggiore maschioUna femmina della stessa specieIl tratto del Mella tra Collebeato e Concesio in cui è stato registrato il maggior numero di smerghi

Ci vuole tempo per risanare un fiume profondamente malato; in Italia anche di più rispetto al resto di un’Europa mediamente molto più efficiente. Lo dimostra il caso del Mella, già fortemente inquinato anche nel suo alto corso, quello della Valtrompia. Ma in attesa dell’arrivo (pare entro il prossimo anno) di quel depuratore comprensoriale di Concesio che dovrebbe ripulirlo dagli scarichi fognari, almeno appunto nella sua parte valligiana, la situazione generale deve essere per forza leggermente migliorata rispetto ai decenni scorsi. Perché altrimenti non si spiegherebbe la presenza di una quantità di pesci sufficiente non solo a sfamare qualche cormorano e i numerosi aironi cenerini che già da anni frequentano l’alveo (i secondi anche nella parte più alta), ma anche a sostentare una strana, grande e bellissima anatra tuffatrice col lungo becco rossastro uncinato e seghettato che è invece una acquisizione recente, in particolare nel tratto di fiume tra Concesio e Collebeato: lo smergo maggiore (Mergus merganser). LA SINTESI di uno studio pubblicata recentemente dal «Bollettino ornitologico lombardo», studio realizzato sul campo (anche col sostegno di altri appassionati) ancora dall’ornitologo bresciano Carlo Chiari racconta la storia più recente di questo coloratissimo ospite, già avvistato lo scorso anno anche lungo il Chiese, in Valsabbia. CONSIDERATA in espansione in Europa occidentale ma in generale in decremento su scala continentale, quest’anatra (presente in Eurasia e in Nord America) è stata segnalata in tempi recenti anche nei laghetti del Parco delle Cave di Brescia, e la prima nidificazione bresciana (Mergus merganser non sfrutta i canneti ma le cavità di grandi alberi e gli anfratti rocciosi), è stata segnalata già nel 2009 sul Garda, a Gargnano. E il Mella? Le prime osservazioni sono avvenute nel novembre del 2018 tra Collebeato, Concesio e Villa Carcina, e nella primavera dello scorso anno la cosa si è ripetuta spingendo gli ornitologi a sperare in una possibile nidificazione, perchè lungo questa parte dell’asta fluviale, e in particolare all’altezza del monte Zuccolo, tra Collebeato e Concesio, dove è stata osservata la maggiore concentrazione di esemplari, la sponda fluviale è rocciosa e selvaggia; adatta insomma alla costruzione di nidi. I MESI DEDICATI alle verifiche sul campo non hanno però permesso di scoprire nuove generazioni: sono state osservate concentrazioni importanti e piccoli gruppi di smerghi, esemplari a pesca e in riposo sui sassi, ma niente covate e niente piccoli. Almeno per ora. Resta comunque lo spettacolo naturalistico che si offre a chi ha la fortuna di incontrare questi uccelli acquatici ancora poco frequenti. Durante la stagione riproduttiva i maschi hanno la testa e il collo di un intenso verde bottiglia e il dorso in larga parte nero, mentre le femmine (alle quali i maschi finiscono per assomigliare con il cambio del piumaggio che avviene in autunno-inverno) si distinguono per il capo di colore marrone-rossastro. •

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