Traffico illecito di rifiuti eco-tossici: 9 denunciati dai carabinieri forestali

Batterie al piombo esauste, per l’ingente quantitativo di oltre 5.000 tonnellate: sei persone appartengono a uno stesso gruppo di nomadi residenti in provincia di Piacenza
I carabinieri forestali delle stazioni di Vobarno e Marcheno
I carabinieri forestali delle stazioni di Vobarno e Marcheno
I carabinieri forestali delle stazioni di Vobarno e Marcheno
I carabinieri forestali delle stazioni di Vobarno e Marcheno

I carabinieri forestali delle stazioni di Vobarno e Marcheno hanno notificare l’avviso di conclusioni delle indagini preliminari a carico di nove persone, ritenute responsabili a vario titolo per i delitti di ricettazione e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, commessi a partire dal 2017. La notifica arriva al termine di un’articolata indagine iniziata a luglio 2020 - coordinata dal sostituto procuratore Roberta Panico, con il supporto del Nucleo investigativo di Polizia ambientale, agroalimentare e forestale dei carabinieri forestali di Piacenza -: l'avviso è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia.
L’attività investigativa ha consentito di individuare sei soggetti, tutti appartenenti a un medesimo gruppo di nomadi residenti in provincia di Piacenza, titolari di altrettante imprese fittizie formalmente operanti nei settori dell’autotrasporto e del commercio di autoveicoli, che in realtà svolgevano attività di raccolta, trasporto, stoccaggio e intermediazione di rifiuti speciali pericolosi – classificati tossico-nocivi ed ecotossici – costituiti da batterie al piombo esauste, per l’ingente quantitativo di oltre 5.000 tonnellate, il tutto in assenza delle necessarie autorizzazioni.

Le batterie venivano stoccate in vari campi nomadi di numerose località delle province di Piacenza, Parma, Brescia, Bergamo, Milano, Como, Monza e Brianza, Cremona, Varese, Pavia, La Spezia, Massa Carrara, Lucca e Pisa, per essere rivendute illegalmente a terze aziende operanti nel settore del recupero di rifiuti, nella totale elusione del sistema di tracciabilità obbligatorio previsto dalla legge e fruttando profitti illeciti per un importo di oltre 5 milioni di euro.

Il principale acquirente delle batterie è il titolare di una socuetà di Collebato

Il titolare di una società che si trova nel Comune di Collebeato è indagato per il reato di ricettazione poiché è risultato essere il principale acquirente di tali batterie, che riceveva senza rispettare le norme di sorveglianza radiometrica obbligatoria pur essendo consapevole della loro origine: di tale accusa dovrà rispondere anche un dipendente della ditta, che si occupava di prelevare i rifiuti stoccati presso i vari campi nomadi mediante l’autocarro aziendale, accompagnandoli con formulari di trasporto falsi.

Denunciato anche un imprenditore di Gussago

Quest’ultima società si riforniva altresì illecitamente di batterie esauste da un ulteriore soggetto operante nel Comune di Gussago, titolare di due ditte formalmente dedite alla vendita di carrelli elevatori, anch’egli denunciato perché recuperava veicoli fuori uso in assenza delle necessarie autorizzazioni e stoccava i rifiuti all’interno di un piazzale occupante una superficie di circa 1.500 metri quadri, che è stato sottoposto a sequestro.

I carabinieri forestali, all’atto della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, hanno eseguito ulteriori accertamenti a carico degli stessi soggetti all’esito dei quali sono state elevate sanzioni amministrative per un importo di oltre 40.000 euro.


 

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