Le missioni

Due «fronti caldi» per gli aerei di Ghedi: F-35 in Polonia e Tornado in Kuwait

di Milena Moneta e Valentino Rodolfi
Il 6° Stormo raddoppia la sua presenza in aree di crisi: dopo il fianco Est della Nato, un impegno in Medio Oriente
Da Ghedi al Kuwait. Nel Paese medio-orientale sono tornati i velivoli del 6° Stormo di Ghedi
Da Ghedi al Kuwait. Nel Paese medio-orientale sono tornati i velivoli del 6° Stormo di Ghedi
Da Ghedi al Kuwait. Nel Paese medio-orientale sono tornati i velivoli del 6° Stormo di Ghedi
Da Ghedi al Kuwait. Nel Paese medio-orientale sono tornati i velivoli del 6° Stormo di Ghedi

Il 6° Stormo di Ghedi è sempre più presente sui fronti caldi di un mondo in ebollizione, impegnato contemporaneamente in due missioni: oltre all’invio dei nuovi F-35 in Polonia, dove da settembre il personale del 6° opera per sorvegliare lo spazio aereo degli alleati Nato sullo sfondo del conflitto russo-ucraino, da Ghedi è partita una seconda missione, in Medio Oriente.

«Inherent Resolve» in Kuwait


I «Diavoli Rossi» dell’Aeronautica sono tornati infatti in Kuwait: il «Task group Devil» equipaggiato con velivoli Pa-200 Tornado è di nuovo in Medio oriente nell’ambito dell’operazione «Inherent Resolve», avviata nel 2014 con i Paesi alleati per contrastare la minaccia dell’Isis, molto seria 10 anni fa, e poi rimasta su richiesta del governo iracheno per contribuire alla sicurezza. Qualche giorno fa nella base di Ali Al Salem si è sancito l’arrivo nella base kuwaitiana del Task group Devil, che opera su Tornado, e il ritorno in patria del «Task Group Typhoon», unità italiana operante su caccia Eurofighter.

Dispiegamento per i fatti allarmanti in Mar Rosso

Il 6° Stormo di Ghedi era stato infatti già impiegato in Kuwait, nella base aerea di Al Jaber, dal 2014 al 2016 e dal 2020 al 2021. Qui l’Aeronautica svolge operazioni di sorveglianza e ricognizione, che nel tempo hanno visto un continuo avvicendarsi di personale navigante e specialista proveniente anche dal 4°, 36°, 37° e 51° Stormo. Questo dispiegamento arriva in concomitanza con i recenti e allarmanti fatti del Mar Rosso, dove da febbraio arriverà anche la Marina militare italiana per contrastare la minaccia delle milizie yemenite alla navigazione e al commercio marittimo mondiale.

Il fatto di aver rinnovato la missione in Kuwait è anch’esso un forte segnale di presenza nell’area al fianco degli alleati storici del nostro Paese. Il trasferimento dei Tornado e il rientro degli Eurofighter sono avvenuti con una «trail» composta da aerei per il rifornimento in volo Kc-767A, una capacità strategica che permette di estendere l’autonomia in volo.

Sul fronte orientale, in Polonia


Prosegue intanto anche la missione di due dei nuovissimi F-35 in dotazione a Ghedi, che da settembre si trovano nella base di Malbork in Polonia. Il cacciabombardiere di quinta generazione «targato» 6-01 (l’identificativo sulla deriva di coda indica che si tratta del primo F-35 operativo per il 6° Stormo, consegnato alla base bresciana dal 16 dicembre 2022) è stato raggiunto anche dal «gemello» 6-02: entrambi fanno parte del 102° gruppo di volo di Ghedi, mandati in Polonia con piloti, avieri e assetti tecnici per svolgere una missione di «Polizia aerea», come è stata ufficialmente descritta, insieme ad altri due F-35 del 32° Stormo di Amendola, che con il 6° è l’altra delle due unità dell’Aeronautica italiana per ora dotate di F-35 in condizioni operative.

Non un fronte caldo, ma quasi, data la contiguità territoriale fra Polonia, Russia e Bielorussia, sullo sfondo del conflitto in Ucraina. È del resto una prassi che Paesi Nato, fra cui l’Italia, inviino assetti militari per la sorveglianza dello spazio degli alleati sul fianco Est della Nato. Ma il fatto che, dalla Polonia al Kuwait, il 6° Stormo sia impegnato su due fronti contemporaneamente, dice molto sull’importanza strategica della base di Ghedi. 

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