Ecco il primo degli F-35 per l’Aerobase di Ghedi

di Valentino Rodolfi
Lo stemma dei «Diavoli rossi» sulla coda dell’ultimo F-35 prodotto in Italia
Lo stemma dei «Diavoli rossi» sulla coda dell’ultimo F-35 prodotto in Italia
Lo stemma dei «Diavoli rossi» sulla coda dell’ultimo F-35 prodotto in Italia
Lo stemma dei «Diavoli rossi» sulla coda dell’ultimo F-35 prodotto in Italia

È uscito dalla fabbrica il primo F-35 destinato ad essere assegnato direttamente al 6° Stormo di Ghedi. Notizia che arriva con un tempismo particolare e vagamente inquietante, ma ampiamente annunciata: nei programmi di lungo termine dell’Aeronautica è previsto che gli F-35 arrivino a Ghedi dal luglio 2022, un po’ alla spicciolata, per sostituire gradualmente i vetusti Tornado, in servizio dal 1982 e destinati ad essere completamente radiati nel 2025. L’immagine qui accanto, proveniente dalla Faco di Cameri, lo stabilimento piemontese di Leonardo Finmeccanica da cui escono gli F-35 per l’Aeronautica italiana e olandese su licenza dell’industria bellica americana Lockheed Martin, mostra l’ultimo dei cacciabombardieri di quinta generazione prodotto nello stabilimento, con l’inconfondibile stemma dei «Diavoli Rossi» del 6° Stormo sulla deriva di coda. Il numero identificativo, Mm 7366, testimonia trattarsi dell’ultimo velivolo fin qui prodotto, il ventunesimo di 90 ordinati dall’Italia: i primi 15 sono assegnati alla base di Amendola, in Puglia, dove ha sede il 13° gruppo di volo, che è quindi già numericamente al completo, altri 5 sono gli F-35 di tipo B a decollo corto e atterraggio verticale destinati alla Marina per le portaerei Cavour e Trieste e non c’è quindi alcun dubbio che quest’ultimo esemplare sia destinato all’Aerobase bresciana. Anche questo esemplare, si presume, trascorrerà i prossimi mesi ad Amendola per la parte addestrativa e la messa a punto del sistema di combattimento, poi arriverà a Ghedi alla scadenza prevista. Proprio il luglio 2022 è stato infatti indicato, come termine ultimo dei lavori, all’impresa di costruzioni Matarrese Spa, che sta realizzando un ampliamento della base di Ghedi con strutture dedicate ad accogliere proprio gli F35. Aggiudicato nel 2019 per un importo di 91 milioni 379 mila e 472 euro e 22 centesimi, su una base d’asta di 121 milioni, l’appalto per costruire il «nido» dei nuovi cacciabombardieri prevedeva 100 giorni per la progettazione esecutiva e 900 per l’esecuzione dei lavori, termine che scade proprio fra 4 mesi, in coincidenza con la prevista data di arrivo dei primi F-35. L’ampliamento della base, lo ricordiamo, prevede la realizzazione dei nuovi hangar di manutenzione e degli shelter per la linea di volo per almeno 30 aerei F-35 (ma c’è spazio per altri 15) destinati ai 3 gruppi di volo del 6° Stormo: il 154 dei Diavoli rossi, il 155° e il 102° Ets. Il complesso sarà composto da una palazzina comando e dalla struttura che ospiterà i simulatori di volo per i nuovi aerei. Il nuovo hangar di manutenzione sarà formato da un’aviorimessa da 3.460 metri quadrati più appendici da 2.800 mq, il tutto da costruire senza lesinare sull’acciaio per «corazzare» la struttura. Inoltre andranno costruiti 30 «shelter» realizzati a coppie in 15 hangaretti per le linee di volo, capaci di ospitare altrettanti aerei pronti al decollo, delle dimensioni di 20x22 metri, affiancati da una palazzina direzionale e un magazzino di 22x50 metri. Non fa invece parte di questo appalto la cosiddetta «cripta» nucleare, dove si ritiene siano custodite circa 20 bombe atomiche americane tipo B61. Ci vorranno almeno tre anni per il totale avvicendamento con gli F-35 dei Tornado, a quarant’anni esatti dall’assegnazione di questi aerei al 6° Stormo: i primi Tornado arrivarono a Ghedi nell’agosto del 1982 e sono sottoposti a continui aggiornamenti in attesa del cambio. •.

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