Morte sui Tornado, in aula i «super-tecnici»

di Valentino Rodolfi
Un fermo immagine dai telegiornali nel giorno del tragico  scontro
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Un fermo immagine dai telegiornali nel giorno del tragico scontro

Ieri mattina la prima udienza, il 18 dicembre la prossima con le attese deposizioni dei «super-periti» dell’accusa, nel processo che ad Ascoli Piceno vede imputati due ufficiali superiori del 6° Stormo per il disastro aviatorio del 19 agosto 2014: due Tornado decollati da Ghedi si scontrarono in un volo di addestramento, nello schianto persero la vita i quattro membri degli equipaggi, i capitani Mariangela Valentini, Piero Paolo Franzese, Alessandro Dotto e Giuseppe Palminteri. Quella di ieri è stata la prima udienza dopo il rinvio a giudizio, deciso a giugno nell’udienza preliminare, del comandante del 154° Gruppo di volo «Diavoli rossi», maggiore Bruno Di Tora, e del maggiore Fabio Saccottelli, Capo cellula pianificazione, con le accuse di omicidio colposo plurimo e disastro aviatorio colposo. LE PERIZIE disposte dal pm in sede di indagini daranno subito una prima idea circa la consistenza di queste accuse già dal 18 dicembre, quando in aula sarà chiamato il comandante Giuliano Currado, ex pilota, che per conto della Procura di Ascoli Piceno ha redatto le perizie sull’incidente insieme al generale Mario Pica, a sua volta ex pilota e super-perito aeronautico, nel frattempo defunto. È IMPORTANTE perché proprio queste perizie, dopo una prima richiesta di archiviazione delle indagini nel maggio del 2016, che venne respinta dal Gip, hanno costituito la base della seconda «tranche» di indagini, seguita dalla richiesta di rinvio a giudizio depositata dal Procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno nel settembre del 2018 e dal processo che ora si sta celebrando. Currado e Pica, consulenti del pm, avevano acquisito nel corso dei 13 mesi di indagini i tracciati dei radar civili e militari che «inquadrarono» il tragico volo dei due Tornado, le conversazioni telefoniche avvenute prima, durante e dopo la missione, i dati delle due scatole nere e il dispositivo di registrazione audio-video di uno dei Tornado (l’altro non si trovò). INTRECCIANDO i dati, i due periti avevano suggerito che a causare lo scontro in volo potessero aver contribuito in maniera determinante le carenze di pianificazione della missione e lacune di consapevolezza situazionale durante il volo. Da qui le accuse ai comandanti dei Diavoli Rossi e della Cellula di pianificazione, che per «imprudenza, imperizia, negligenza e nel non aver rispettato i protocolli di prevenzione degli incidenti», così scrive la pubblica accusa, avrebbero responsabilità di tipo colposo nella collisione e nella morte dei piloti. Nei dettagli della perizia si entrerà in aula, il 18 dicembre al Tribunale di Ascoli Piceno. Dove ieri intanto si è svolta un’udienza «filtro», con le richieste istruttorie, l’ammissione di testi e consulenti, la costituzione delle parti, fra le quali i congiunti delle quattro vittime, al processo come parti civili. •

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