Rapaci, è una vera strage
Già 16 quelli presi di mira

Uno dei gheppi abbattuti
Uno dei gheppi abbattuti
Uno dei gheppi abbattuti
Uno dei gheppi abbattuti

Se qualcuno sperava che la mattanza dei rapaci in salsa bresciana potesse esaurirsi è destinato a restare deluso. L’ultimo aggiornamento fatto da Bresciaoggi la scorsa settimana parlava di 11 esemplari (alcuni poi deceduti) trasportati nei Centri per il recupero degli animali selvatici di Valpredina (Bergamo) e Paspardo a seguito di fucilate o - era il caso di due civette - per essere finiti nelle trappole destinate ad altre specie. Peccato però che in questa settimana, nell’arco di due sole giornate, il bollettino sia esploso con il recupero di altri cinque uccelli.

AD APRIRE la serie dei salvataggi (si spera) curati dal servizio di soccorso coordinato dalla polizia provinciale è stato un esemplare di lodolaio preso a fucilate a Montichiari. Si tratta di un rapace diurno e migratore appartenente a una specie che gli ornitologi considerano in declino: una aggravante, se possibile, di un reato già odioso.

Sempre nelle giornate tra il 4 e il 6 ottobre, nei Cras di Valpredina e Paspardo sono poi stati accolti anche uno sparviere centrato dai pallini da caccia a Muscoline; un altro esemplare della stessa specie abbattuto a Gardone Valtrompia e per finire due gheppi recuperati dopo i colpi di fucile sui territori di Capriolo e di Chiari.

È quasi superfluo ricordare ancora che in tutti i casi le specie citate sono prfettamente riconoscibili in volo, e che quindi è fuori luogo parlare di «errori» di caccia. Sarebbe invece interessante registrare una presa di posizione delle associazioni venatorie, sempre giustamente pronte a condannare il bracconaggio. P.BAL.

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