Tornado a caccia di terroristi

di V.MOR.
Uno dei caccia del Sesto Stormo impegnati nella missione in Kuwait
Uno dei caccia del Sesto Stormo impegnati nella missione in Kuwait
Uno dei caccia del Sesto Stormo impegnati nella missione in Kuwait
Uno dei caccia del Sesto Stormo impegnati nella missione in Kuwait

I tornado del 6° Stormo di Ghedi sono tornati in Kuwait. A cinque anni di distanza dall’ultima missione, la componente del Task group devil sono di nuovo atterrati sulla base di Ali Al Jaber, per dare il cambio agli Eurofigther italiani del Task Group Typhoon, nell’ambito dell’Operazione Inherent Resolve. I tornado sono impiegati in missioni di sorveglianza aerea per assicurare alla coalizione atlantica il contributo richiesto in termini di monitoraggio. Dopo la caduta dello Stato islamico, nel marzo 2018, la minaccia è costituita principalmente dalle cellule del Daesh che cercano di riorganizzarsi. Nonostante le peculiari condizioni climatiche, in alcuni casi, durante i mesi estivi con temperature superiori ai 50 gradi, gli aerei hanno effettuato un cospicuo numero di missioni per circa 1400 punti di interesse coperti. Gli obiettivi delle ricognizioni sono preliminarmente studiati e analizzati dagli analisti che collaborano alla pianificazione della missione per individuare la traiettoria di volo ottimale necessaria al Pod da ricognizione Reccelite II, ovvero un vero e proprio occhio elettronico inserito sotto il velivolo. «Il Reccelite II - si legge nella scheda della missione - è un eccellente Pod elettro-ottico da ricognizione di ultima generazione che consente una accurata raccolta di immagini, anche notturne. I dati raccolti dai velivoli sono analizzati, interpretati, arricchiti e valorizzati grazie al personale italiano. Trasformati in «prodotti informativi» di varia tipologia sono distribuiti alla stessa coalizione che diede il via all’operazione «Inherent Resolve» contro i terroristi del Daesh attivi in Iraq e Siria. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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