L'OMICIDIO

Anziana strangolata in casa dal figlio: la ricostruzione e i dettagli del delitto di Puegnago

di Mario Pari
Nella notte tra mercoledì e giovedì Mauro Pedrotti ha confessato. Ma fin dalle prime ore dopo il ritrovamento del corpo di Santina Delai erano emerse stranezze, anomalie e contraddizioni: ecco quali
Fiori fuori dalla villetta di Puegnago dove si è consumato l'atroce delitto (GATTAA)
Fiori fuori dalla villetta di Puegnago dove si è consumato l'atroce delitto (GATTAA)
Fiori fuori dalla villetta di Puegnago dove si è consumato l'atroce delitto (GATTAA)
Fiori fuori dalla villetta di Puegnago dove si è consumato l'atroce delitto (GATTAA)

È crollato intorno alle 2.30 della notte tra mercoledì e ieri e in quell’istante sono arrivate le risposte agli interrogativi, alle anomalie che erano emerse durante le 16 ore precedenti. Mauro Pedrotti ha confessato d’aver ucciso la madre Santina Delai, 78 anni, inscenando un furto nella villetta in cui la donna viveva a Puegnago, in via Panoramica, civico 46.

«Un raptus, non la sopportavo più» ha spiegato ai carabinieri e al pm Ines Bellesi, assistito dall’avvocato Giovanni Brunelli. Non una questione di insofferenza, ma di rapporti che tra madre e figlio, da circa due settimane non esistevano più. Ora si trova in carcere.

I dubbi sin dall’inizio delle indagini

Che la posizione di Mauro Pedrotti fosse quantomeno complessa si era colto sin da mercoledì. Erano circa e 20.30 quando, al volante dell’auto della moglie ha lasciato, preceduto e seguito dai carabinieri, la caserma della compagnia di Salò, dopo dodici ore d’interrogatorio durante il quale sin dalle prime fasi d’indagine erano emerse contraddizioni o aspetti meritevoli d’approfondimento. Quella morte, per esempio, causata da rapinatori che si erano limitati a rovistare in alcuni cassetti, che non avevano preso l’oro custodito in casa.

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Ma questo è il minimo. «L’hanno uccisa perchè li aveva riconosciuti» commentava in lacrime una parente, mercoledì. E in effetti Santina aveva riconosciuto. Ma non erano i ladri, era il figlio. E la donna prima di morire ha anche pronunciato un nome, con ogni probabilità quello del figlio. È stato quello udito dai vicini, che hanno sentito anche un tonfo, segno evidente di una caduta. Era il corpo di Santina Delai, strozzata dal figlio che poi ha preso uno straccio per le pulizie e gli l’ha stretto al collo, per simulare lo strangolamento da parte dei ladri.

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Gli stessi vicini che hanno sentito i rumori, l’urlo del nome, hanno poi incrociato il 57enne mentre andava al lavoro e gli hanno fatto presente quanto udito provenire dall’abitazione della madre, quando erano da non molto passate le sei. «Le sarà caduto qualcosa» ha risposto Mauro Pedrotti ed è andato a Manerba in azienda indossando quella tuta arancio e un pile che sarebbe sparito per poi ricomparire.

 

Una volta a Manerba ha quindi telefonato tre volte alla madre e quindi alla moglie «preoccupato» perchè il genitore non rispondeva. Il coniuge si è affacciato da una finestra e ha visto il corpo disteso della suocera. Immediata la telefonata al marito che è corso subito a casa. Sono entrati insieme nell’abitazione di Santina Delai, l’hanno vista per terra e quando la nuora ha provato a toglierle lo straccio dal collo il marito l’ha fermata dicendo: «Sono stati i ladri».

Non ha chiamato l’ambulanza. Non ha chiamato i carabinieri. La telefonata è stata invece alle onoranze funebri. Sarà il suo datore che una volta a Puegnago gli chiederà: «ma hai chiamato i carabinieri?» e di fronte alla sua risposta negativa li chiamerà lui.

Mauro Pedrotti viene convocato in caserma a Salò. Dopo alcune ore i parenti iniziano a chiedersi perchè non torni. L’interrogatorio nel pomeriggio inizia a diventare troppo lungo per il figlio della vittima di un omicidio. Quando intorno alle 20.30 parte per Brescia accompagnato dai carabinieri della compagnia di Salò, s’intuisce che la situazione è veramente delicata e si pensa sempre meno a quella che in mattinata era stata definita la «banda di Puegnago» con riferimento alle razzie nelle abitazioni. Si pensa a un uomo sotto torchio che nelle ore successive crollerà: «Sono stato io, si è sempre ingerita nella mia vita, volevo cambiare casa, ma lei mi ha dato dell’incapace».

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