Al cimitero Vantiniano è in corso il sequestro disposto dalla Procura di quattro aree destinate ai bambini mai nati inumati tra il 2008 e il 2016. Indagate due funzionarie del Comune. L'accusa in concorso tra loro è di vilipendio di tombe e di cadaveri.
La vicenda nata dall'esposto dei genitori
La vicenda riguarda quanto accaduto nel cimitero Vantiniano tra il mese di ottobre del 2021 e le settimane successive: in quel periodo molte famiglie scoprirono solo al cimitero che le tombe di 2.500 bambini mai nati o vissuti solo qualche giorno non c'erano più, in seguito alla loro rimozione, e alcune di loro hanno deciso di agire legalmente con un esposto, che è stato successivamente integrato.
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Nell’integrazione della querela da parte dei genitori veniva chiesto il sequestro di quattro campi di inumazione del cimitero Vantiniano e dei reperti conservati delle attività di esumazione; veniva anche spiegato come i genitori, una volta scoperte le esumazioni, abbiano rivendicato i resti dei bambini, lapidi ed effetti personali. Le richieste avrebbero consentito di ottenere però solamente, in alcuni casi, le targhette metalliche che erano esposte sui cippi, in altri le targhette sui feretri. In altri ancora, infine, né le une né le altre.
Una decina di giorni incaricati dall'autorità giudiziaria hanno proceduto all’acquisizione dei primi documenti negli uffici del Comune di Brescia che a livello di Ats. Oggi, la clamorosa svolta.
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