Viaggio nella città/19

Borgo Trento, la porta nord della città è ancora la contrada «di una volta»

di Giulio Rezzola
Il sagrato della chiesa è l'«agorà». Resistono tre attività ultracentenarie e resiste il senso della collettività
La piazza principale La chiesa di Cristo Re è al centro del rione di Borgo Trento
La piazza principale La chiesa di Cristo Re è al centro del rione di Borgo Trento
La piazza principale La chiesa di Cristo Re è al centro del rione di Borgo Trento
La piazza principale La chiesa di Cristo Re è al centro del rione di Borgo Trento

Borgo Trento ha conservato nel tempo le caratteristiche di un piccolo paese dove tutti si conoscono: il sagrato della chiesa fa da piazza principale e i negozi di vicinato offrono una gamma merceologica praticamente completa. Qui sopravvivono tre attività ultracentenarie (la trattoria Porteri, la ferramenta Gelmi e il Circolo cooperativo dei lavoratori, aperto sicuramente nel 1901, forse anche prima), all’interno del Circolo Acli c’è il Punto di Comunità, ci sono due parchi (il Biagi e lo Jan Palach).

Il suo nucleo antico risale al XIV secolo, sviluppatosi grazie alla presenza di attività artigiane lungo il fiume Garza, ed oggi è diventato una zona residenziale di pregio, tanto che se si vuole parlare di edilizia popolare si deve pensare solo all’area attorno a via Filzi. E’ la fotografia che fa il presidente del Consiglio di quartiere, Nino Turla, di questo storico angolo di Brescia, a lungo la via d’ingresso alla città da nord.

Forte senso di collettività

«Un borgo che per piccolo che sia mantiene ancora forte il senso di collettività – dice Turla –. Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto sulla costruzione di una identità specifica, affinché gli abitanti percepiscano il loro quartiere come un bene comune da salvaguardare, mantengano rapporti di buon vicinato, ci si aiuti l’uno con l’altro nei momenti di necessità».

Qui, stando agli ultimi dati in possesso del Consiglio e riferiti all’inizio del 2022, vivevano 7.300 persone di cui più di 3.800 donne, un migliaio i minorenni, circa 4.000 tra i 18 e i 64 anni, 1.200 tra i 65 e i 79 anni, poco sotto le 800 unità gli over 80.

Pregi e difetti 

Criticità particolari il presidente non ne rileva, se non «pecche» come la questione parcheggi (dovuta ai molti che qui lasciano la macchina per recarsi in città con la metropolitana) o la scarsità di stalli per i clienti delle attività commerciali di via Trento e l’inesistente coinvolgimento dei giovani in qualsiasi iniziativa venga proposta.

«Il Consiglio di quartiere cerca continuamente di organizzare eventi per far partecipare più cittadini possibile – precisa Turla –. Generalmente gli anziani rispondono mentre non c’è verso che prendano parte i giovani. Forse, qualche volta, quelli dai 35 ai 40 anni in su, ma gli altri nemmeno si fanno vedere. E’ questo – continua – uno degli aspetti su cui dovrà lavorare molto il prossimo Consiglio anche se non sono certo ottimista sui risultati che si otterranno».

La configurazione del quartiere, inoltre, lascia poco spazio allo sport, se si eccettua la presenza della piscina di via Zadei. Sotto l’aspetto dei servizi sociali, invece, le cose vanno decisamente bene, grazie alla presenza di numerose associazioni e anche al grande lavoro del parroco.

Lungo 
le strade A Borgo Trento vince la socialità
Lungo le strade A Borgo Trento vince la socialità

L'orchestra, il teatro, il «Punto carità»: non mancano le occasioni di crescita

E vediamo allora qualche cosa (ma davvero solo alcune cose) di quanto ruota attorno a questo vulcanico don Renato Baldussi e «al rapporto privilegiato che si è instaurato tra noi consiglieri, gli abitanti di Borgo Trento e la parrocchia di Cristo Re», sottolinea Turla.

Il "Punto carità"

Su tutto quanto spiccano le opere di solidarietà come il «Punto carità», nato su sua iniziativa insieme all’allora presidente del Consiglio di quartiere, e una serie di incontri sociali su temi riguardanti il bullismo oppure l’etica e la pratica della sostenibilità. Il «Punto carità» ha preso forma nel post pandemia per aiutare chi era in difficoltà, con offerte che all’inizio arrivavano da supermercati della zona o da gente del quartiere, prima di riuscire a coinvolgere le scuole «Lana» e «28 maggio», i Vigili del Fuoco e tante altre realtà in grado di fornire alimenti. Ancora oggi gravitano regolarmente su questa iniziativa una sessantina di famiglie.

Il progetto "Vivi il quartiere"

In sei anni di attività si è consolidato il progetto «Vivi il quartiere», un’idea nata dalla collaborazione tra parrocchia, Punto di comunità e Circolo Acli, finanziata dal Comune di Brescia, per il doposcuola di una quarantina di bambini seguiti da una quindicina di volontari che non si limitano all’aiuto nelle discipline didattiche ma propongono anche altre attività come il teatro, un laboratorio musicale, un gruppo di lettura in sinergia con il Museo delle Scienze, momenti di creatività e di fantasia soprattutto per i più piccoli.

L'Orchestra

Poi gli spazi della parrocchia sono stati messi a disposizione della Orchestra a fiati del Borgo, un corpo musicale di recente costituzione che ha riunito un gruppo di docenti delle scuole bresciane, tutti diplomati al Conservatorio, in cerca di una sede dove potersi riunire. Una disponibilità immediata e totale perché per don Renato è stato un tuffo nel passato: quando 15 anni fa era parroco a Borgo San Giacomo aveva infatti dato vita ad un gruppo musicale che nel tempo ha raggiunto i 120 elementi.

Infine vuole sempre che l’intera comunità riconosca i valori e i meriti delle persone che hanno in sé le virtù della bontà e dell’accoglienza. Ultimamente lo ha fatto con Fausta Lazzari Quaroni e con Cristian Delai unitamente ai bambini della scuola primaria Cesare Battisti che con il film «Felici insieme» hanno vinto il premio come miglior pellicola di animazione al «Marano Ragazzi Spot Festival» e si sono classificati al secondo posto al Festival del cinema culturale di Coachella, in California. 

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