la protesta

Brescia, via Veneto: 1.100 firme dai «ribelli»

di Marta Giansanti
Non c’è pace per il progetto del Comune ideato per riqualificare il boulevard: e ora arriva una formale contestazione. Le associazioni di commercianti e residenti: «La viabilità non deve essere modificata, sia disciplinato il parcheggio sui marciapiedi»
Così potrebbero risultare i marciapiedi di via Veneto dopo il restyling che il Comune di Brescia è intenzionato a mettere in atto
Così potrebbero risultare i marciapiedi di via Veneto dopo il restyling che il Comune di Brescia è intenzionato a mettere in atto
Così potrebbero risultare i marciapiedi di via Veneto dopo il restyling che il Comune di Brescia è intenzionato a mettere in atto
Così potrebbero risultare i marciapiedi di via Veneto dopo il restyling che il Comune di Brescia è intenzionato a mettere in atto

Insorgono residenti e commercianti di via Veneto: quel restyling non s’ha da fare. Consegnata ieri, quindi, negli uffici della Loggia, una petizione con 1100 firme per tentare «la sospensione dell’iter del progetto non condiviso e avviare, al contempo, una nuova ma vera fase di confronto con il territorio, che consenta una reale e non fittizia partecipazione». Un’iniziativa promossa da due gruppi della zona: l’Associazione commercianti, artigiani e professionisti di via Veneto e l’Associazione residenti di via Veneto e vie limitrofe. Oltre un migliaio di persone - «ma tante altre ci sostengono senza esporsi», confidano - che rifiutano il cambio della viabilità «un dedalo labirintico di sensi unici», e la cancellazione dei tantissimi parcheggi sui marciapiedi, «in un quartiere ad alta densità di popolazione anziana e con garage privati, realizzati negli anni Cinquanta e sottodimensionati per le auto moderne». La richiesta è chiara e lapidaria: «Vogliamo che il Comune non modifichi l’attuale viabilità e che regolamenti e disciplini il parcheggio sui marciapiedi, proprio come previsto dal Codice della strada».

Perché secondo le previsioni, «il restringimento a una corsia delle carreggiate nelle vie laterali, per fare posto a stalli a lisca di pesce, provocherà profonde complicazioni, tra cui il blocco del traffico in caso di interventi di soccorso o di corrieri che scaricano e consegnano, e l'aumento delle emissioni - spiegano i rappresentanti Massimo Frigerio e Federica Udeschini -. Inoltre, non è vero che i parcheggi non diminuiranno come sostenuto: non tutte le strade infatti potranno accogliere posti auto a lisca da un lato e in parallelo dall’altro. Senza contare che le piste ciclabili sono state individuate troppo a ridosso dei plateatici, rendendo la situazione un reale pericolo».

Criticità messe nero su bianco e pronte ad essere condivise e discusse: «Ma questa volta vogliamo essere ascoltati - chiosano -. Non siamo mai stati interpellati realmente: le riunioni sono sempre state organizzate in orari pomeridiani e è difficile presenziare se si lavora. Mentre nell’unica assemblea pubblica serale, molto partecipata, sono state mostrate grandi perplessità e seri dubbi: parole rimaste al vento. L’assessore Manzoni ci aveva promesso che prima di procedere alla fase esecutiva e definitiva avrebbe indetto un incontro di confronto, ma non c’è mai stato». Viene anche criticata la mancata restituzione di valutazioni tecniche e d’impatto: «Il progetto rischia di danneggiare le attività commerciali, già fortemente penalizzate dai lunghi lavori in atto da mesi, per cui si dovrebbe disporre un piano di sostegno - aggiungono -. Il vero problema è che non vengono analizzate le esigenze e le necessità dell’area in questione: quanto proposto è una fotocopia, perfettamente sovrapponibile, a quello presentato da Legambiente qualche anno fa. Non si può intervenire senza prima analizzare la reale situazione, dando per scontato che imitare alcune città come Copenaghen e Barcellona sia la soluzione più giusta».

Suggerimenti