l'iniziativa

Cambiamenti climatici e guerra in Palestina: a Brescia la (piccola) manifestazione tra le vie del centro

di Redazione web
Il corteo partito intorno alle 10 da piazzale Arnaldo ha attraversato le vie del centro per chiudersi in piazza Mercato. Adesione (bassissima) delle realtà palestinesi e studentesche del territorio
Fridays for future

Doveva essere una grande manifestazione con un'altissima adesione ma così non è stato: pochissime le persone, ragazzi di Fridays for future e delle varie realtà palestinesi che questa mattina, 19 aprile, hanno preso parte alla mobilitazione contro i cambiamenti climatici e la guerra in Palestina a Brescia. Meno di 200 i manifestanti che hanno risposto all'appuntamento nazionale, organizzato anche in altre 25 città del Paese, sfilando tra le vie del centro storico, protestando con cartelloni, striscioni e slogan per motivi diversi ma condivisi.

Una marcia che si inserisce all'interno dello sciopero globale per il clima, animata dallo slogan "Riprendiamoci il futuro", e che anticipa la manifestazione nazionale di domani, sabato 20 aprile a Milano (il ritrovo è fissato alle 13 nel piazzale della stazione di Brescia per prendere poi insieme il treno regionale per Milano).

Partito da piazzale Arnaldo intorno alle 10, in ritardo di circa un'ora, il breve corteo ha attraversato le principali vie del centro storico per concludersi in piazza Mercato, con gli interventi dei principali esponenti delle diverse realtà partecipanti e degli organizzatori.

Lo sciopero e le manifestazioni

«Solo qualche giorno fa è stato ufficializzato che marzo è il decimo mese consecutivo ad essere il più caldo della storia. Le scelte dei prossimi anni sono fondamentali per risolvere il problema: sappiamo esattamente cosa bisogna fare, così come lo sanno i governanti di tutto il mondo, che puntualmente scelgono di non farlo», dichiarano.

"Una sfida climatica che non riguarda solo le giovani generazioni", per questo il sindacato Sisa in questo stesso giorno ha indetto uno sciopero a livello nazionale per il personale docente, dirigente e Ata.

Palestina e Fff

«La causa palestinese è fortemente legata a quella climatica: oltre alla spaventosa crisi umanitaria in atto, lo stato di Israele, infatti, attraverso l’utilizzo dei mezzi militari che protraggono questa assurda guerra sta emettendo ogni giorno migliaia di tonnellate di Co2 - dichiarano -. Senza contare i più di 800.000 olivi che sono stati sradicati e le restrizioni che impediscono l’accesso libero all’acqua nelle aree palestinesi dall’inizio dell’occupazione». I Fff si schierano con il popolo palestinese chiedendo un cessate il fuoco immediato in Palestina e protestano contro «il negazionismo del governo», perché «mai come oggi la lotta alla crisi climatica riguarda tutti».

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