il caso

Canton Mombello: il sovraffollamento del carcere bresciano è ancora da primato

di Mauro Zappa
Ospita un numero di detenuti più che doppio rispetto a quanto previsto: «Una precisa scelta, non più solo un’emergenza»

Da inizio 2024 sono stati 32 i detenuti degli istituti penitenziari italiani che si sono tolti la vita; e a questo macabro dato occorre aggiungere i 4 agenti di polizia penitenziaria che nello stesso periodo hanno compiuto la medesima scelta. Il fenomeno non è passato inosservato al Presidente della Repubblica, il quale il 18 marzo scorso ha dichiarato: «Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti». L’appello del Capo dello Stato risulta ad oggi caduto nel vuoto, segno ancora una volta del disinteresse che ha la politica rispetto al tema delle condizioni in cui versano i detenuti che al 31 marzo risultavano essere nel nostro Paese 61.049 (2.619 le donne, 19.108 gli stranieri), a fronte di una capienza massima complessiva stabilita in 51.178 posti.

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Alla stessa data, la fonte è la Camera Penale di Brescia (Sezione Camere Penali Lombardia Orientale), in testa alla graduatoria delle strutture carcerarie italiane più affollate risultava essere il Nerio Fischione che egistrava una presenza di ospiti più che doppia (209,3 per cento) rispetto a quella tecnicamente consentita. Non solo: a Canton Mombello a fine gennaio (dato ministeriale) gli educatori presenti erano 5 contro gli 8 previsti, numero ampiamente insufficiente per i circa 330 detenuti che allora, in un numero più o meno simile a quello attuale, popolavano il carcere. Su questo versante soffre anche Verziano, dove (sempre al 31 gennaio) un solo educatore prestava il suo servizio a favore di ben 120 detenuti.

L’appello

Così Luisa Ravagnani, garante per il Comune di Brescia dei diritti delle persone private della libertà personale, ieri ha lanciato un appello, l’ennesimo: «Il sovraffollamento non può più essere considerato un’emergenza, ma una scelta della quali troppi sono responsabili». Ed è una situazione, ha aggiunto, che «incide pesantemente sul costante incremento dei suicidi in carcere», stillicidio alimentato anche dall’avvenuta chiusura delle celle (da dove in questo momento si può uscire solamente per le cosiddette ore d’aria) e dalla difficoltà, in termini di tempistiche, di ottenere i 45 giorni di libertà anticipata per semestre di buona condotta. A questo proposito un gruppo di ospiti della Nerio Fischione ha avanzato una proposta volta a «favorire le necessità dei detenuti e di chi in carcere ci lavora».

Un appello sostenuto da Ravagnani (e dalle numerose associazioni che si occupano di aiutare chi è recluso e chi esce dal carcere una volta scontato il debito con la giustizia), secondo cui in Italia i detenuti sono lasciati colpevolmente ai margini delle discussioni inerenti il sistema di esecuzione della pena. I rappresentanti della Camera Penale di Brescia hanno inoltre contestato l’ipotesi di ampliamento di Verziano attraverso un nuovo padiglione da soli 220 posti, ritenuti insufficienti a consentire la chiusura definitiva di Canton Mombello. Hanno poi ricordato che del nuovo carcere a Brescia se ne parla dal 2015, anno in cui furono stanziati i primi fondi. A distanza di nove anni da allora chiedono: «Quali sono le reali intenzioni del governo?».

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