il report

Carovita, sempre più bresciani rinunciano alle cure mediche

di Natalia Danesi
E c’è chi è costretto a rivolgersi alla banca: nel 2023 secondo un’indagine di Facile.it il 5,1% dei finanziamenti richiesti in provincia è servito per sostenere visite ed esami. Il valore medio del prestito è stato di 6.466 euro, l’età media del richiedente 46 anni
Sempre più bresciani non possono permettersi le cure mediche
Sempre più bresciani non possono permettersi le cure mediche
Sempre più bresciani non possono permettersi le cure mediche
Sempre più bresciani non possono permettersi le cure mediche

La rata del mutuo, la bolletta, il carrello della spesa. Costa tutto sempre più caro, ma gli stipendi sono sempre gli stessi. Anche le famiglie bresciane devono fare i conti con il carovita e, stritolate dalle scadenze e dalle spese non procrastinabili, si trovano spesso costrette a rinunciare alle cure mediche. Il problema delle lunghe liste d’attesa a cui più volte Bresciaoggi ha dedicato attenzione fa la sua parte: per visite ed esami nel pubblico c’è troppo da aspettare, pagare una struttura privata non è sempre possibile. E, quindi, si rimanda.

La rinuncia alle cure

Un’abitudine che emerge anche da un report della Fondazione Gimbe, riferito all’ultimo anno di rilevazione disponibile (2022) che misura l’impatto della spesa sanitaria “out of pocket”, sostenuta direttamente dai cittadini, sui bilanci familiari, scorporando i dati Istat per macroaree e per regioni. Ebbene, secondo Gimbe la spesa media annuale delle famiglie lombarde per la salute nell’anno considerato è stata di 1.536 euro, in calo del 3,5% sul 2021 (1.592 euro). Non perché i lombardi siano più in salute, ma perché il 6,8% delle famiglie a rinunciato a curarsi. Un dato in linea con la media nazionale del 7%.

Una rinuncia dovuta a problemi economici, così come agli eccessivi tempi di attesa o a difficoltà logistiche. Ancora, secondo lo stesso report a livello nazionale il 16,7% delle famiglie ha limitato la spesa per visite mediche e accertamenti preventivi: il nord scende sotto la media italiana con il 12,8% mentre al Sud la percentuale sale fino al 28,7%, in pratica più di 1 famiglia su 4. Il 4,2% delle famiglie dichiara poi di non disporre di soldi in alcuni periodi dell’anno per far fronte a spese relative alle malattie, percentuale che scende al 2% nel nord-est.

Insomma sale l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie in Italia – ovvero il rapporto tra le famiglie con spesa sotto la soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti – e passa dal 7,7% (2021) al 8,3% (2022), ovvero quasi 2,1 milioni di famiglie. Il Nord-Est ha registrato l’incremento più significativo, passando dal 7,1% al 7,9%.

I debiti per le cure sanitarie

C’è chi rinuncia alle cure e chi, se deve curarsi, è costretto addirittura a chiedere un prestito. Una tendenza, quest’ultima, che registra una recente indagine di Facile.it e Prestiti.it. Se nel 2023 le richieste di prestiti personali per sostenere le spese mediche hanno rappresentato il 4,6% del totale dei finanziamenti chiesti in Lombardia, il dato raggiunge il 5,1% a Brescia e provincia.

Chi a Brescia, lo scorso anno, ha chiesto un prestito personale per pagare cure mediche ha cercato di ottenere, in media, 6.466 euro, valore lievemente inferiore rispetto alla media regionale (6.565 euro), e aveva all’atto della firma 46 anni, dato in linea con quello lombardo. «Oggi curarsi è diventato sempre più oneroso, anche alla luce del maggior ricorso alla sanità privata - spiega Aligi Scotti, BU Director prestiti di Facile.it -. Servirsi del credito al consumo può essere una strategia per alleggerire l'impatto di queste spese sul bilancio familiare, evitando così di andare in sofferenza o, peggio, di rinunciare a curarsi». L’indagine rileva anche che nell’ultimo anno, il tasso dei prestiti personali è aumentato notevolmente: nel 2022 il Taeg medio riservato ai lombardi che hanno chiesto un prestito personale per spese mediche è stato pari al 9,3%, valore salito al 10,6% nel 2023.

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