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Ciancol, quacì e gneo: i sorrisi spensierati dei giochi di una volta

di Silvia Avigo
Bastoncini, anelli, legnetti e corde: bastava poco e il divertimento era assicurato. E non importava se si tornava a casa sporchi o dopo essersi rotolati nel fango. Le grandi sfide a «cicotì» e i lanci di sassi per colpire un bersaglio: tempi irripetibili
Giochi e sorrisi: per divertirsi bastava un cerchio
Giochi e sorrisi: per divertirsi bastava un cerchio
Giochi e sorrisi: per divertirsi bastava un cerchio
Giochi e sorrisi: per divertirsi bastava un cerchio

Dagli smartphone al computer per passare a social e agli abbonamenti in streaming: i passatempi dei giovani d’oggi, e pure dei bambini, sembrano ormai essere soltanto questi, svaghi solitari che fanno rimpiangere i momenti passati tra amici. Sono finiti un po’ nel dimenticatoio i giochi di una volta, quelli che necessitavano solo di tanta inventiva e della voglia di stare insieme, con un senso di libertà unico; e se tornare ai vecchi tempi non è possibile, ricordare come si giocava una volta si può.

I preferiti

Gettonatissimo ad esempio era il ciancol quando in cortile si disegnava un cerchio e mentre un bambino ci stava dentro, gli altri da fuori lanciavano un pezzo di legno che il ragazzino cercava di colpire per respingerlo al di fuori del cerchio stesso. Se il pezzo di legno cadeva nel cerchio, il bambino usciva lasciando il posto a chi era riuscito nell’impresa. (...)

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