Cuore di Brescia, l’amore di René per il Benin

di Anna Castoldi
Un momento dell’iniziativa solidale a sostegno del progetto di René
Un momento dell’iniziativa solidale a sostegno del progetto di René
Un momento dell’iniziativa solidale a sostegno del progetto di René
Un momento dell’iniziativa solidale a sostegno del progetto di René

Cominciare, soffrire, sperare, imparare e poi ricominciare: è una storia che racchiude l'essenza dell'essere umano quella di René Tossa, in Italia sulla spinta di un sogno. Dopo mille peripezie è diventato sarto e ora la sua aspirazione è aprire in Benin una scuola di sartoria: si chiamerà Cuore di Brescia. L'amore di René per la città è pari ai sacrifici che gli hanno permesso di raggiungerla. Nato a Savè, presto perde la madre e per mangiare deve rovistare nell'immondizia. HA UN SOGNO: creare vestiti, lavorare con ago e filo. Un giorno parte per la Nigeria arriva a Lagos a piedi. Qui lavora nella bottega di un sarto, che non apprezza la sua intraprendenza: sorprendendolo a cucire per conto suo, lo rimprovera duramente. Ma René vuole imparare. Sente questa passione nelle mani e nelle dita, ma capisce che senza un'istruzione adeguata non andrà lontano. E allora sono i piedi a precedere la mente: adolescente, calpesta l'Africa in lungo e in largo, finché un giorno, a Libreville, si imbatte in una brochure che parla di una scuola di moda di Milano. Una folgorazione: René parte per l'Italia. Ha vent'anni, siamo nell'87. All'inizio si stabilisce a Brescia, da una famiglia di Desenzano: «Lì ho trovato il paradiso». Mette da parte abbastanza per iscriversi all'istituto di moda Burgo a Milano e, ottenuto il diploma, apre un negozio a Brescia. Sembra un lieto fine, ma la storia va avanti: durante un soggiorno in Africa il suo corpo finisce in pezzi per un grave incidente. Viene trasportato d'urgenza in Italia, al Civile: i medici lo danno per spacciato. LUI LI PREGA di curarlo e l'operazione, miracolosamente, riesce. «Allora ho capito che dovevo lasciare qualcosa, condividere quanto avevo ricevuto». E qui nasce Cuore di Brescia, «per permettere ai giovani del Benin di vivere in maniera dignitosa e non soffrire come ho sofferto io». René ha già costruito i locali per ospitare la scuola di sartoria a Cotonou. Servono soldi per rendere il progetto realtà; qualcosa è stato raccolto con iniziative di beneficenza, come la cena organizzata ieri all'oratorio Santa Maria in Silva. L'associazione Essere Carità Brescia-Benin si impegna per far nascere Cuore di Brescia. «Se i giovani africani avessero la possibilità di studiare e lavorare nel proprio paese non sarebbero costretti ad abbandonarlo - spiega Elisabetta Panizza, volontaria e amica di René - il progetto vuole dare una possibilità a tutti loro». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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