PREMIO BULLONI. Erica Patti, mamma dei fratellini di Ono uccisi dal padre, parla del suo impegno per evitare che si ripetano tragedie simili

Dal dolore a un
progetto di amore

di Cinzia Reboni
Erica Patti in occasione del processo d’appello del suo ex marito
Erica Patti in occasione del processo d’appello del suo ex marito
Erica Patti in occasione del processo d’appello del suo ex marito
Erica Patti in occasione del processo d’appello del suo ex marito

Cinzia Reboni

«Spendere tutte le mie energie affinché a nessun’altra mamma capiti quello che è successo a me. È l'unico antidoto all'angoscia e alla disperazione per una tragedia annunciata, e per questo ancora più difficile da accettare».

Sono parole toccanti quelle pronunciate da Erica Patti, a cui è stato assegnato il Premio Bulloni 2015 perché «nel suo cuore - si legge nella motivazione - ha trovato la forza per lanciare un messaggio di speranza per il futuro dei bambini della sua comunità, e ha trasformato un incommensurabile dolore in un progetto di amore e di impegno sociale e civile».

«Il Premio Bulloni a me? Sono sorpresa, ma nello stesso tempo mi fa piacere pensare che la gente abbia compreso che certe cose le faccio perché le sento nel cuore. La cosa importante è che il mio messaggio arrivi a tutti. E in questo senso anche il Premio Bulloni può diventare uno strumento incisivo di riflessione collettiva».

Il sogno di realizzare un nuovo oratorio a Ono San Pietro e la fondazione dell’Associazione Dieci sono le iniziative promosse da Erica Patti per cercare di uscire dal baratro in cui è stata gettata dopo che i figli Andrea e Davide di 13 ed 9 anni, il 16 luglio del 2013 sono stati soffocati dal padre, Pasquale Iacovone, che successivamente ha appiccato l’incendio all’abitazione.

A GIORNI cominceranno i lavori per il nuovo oratorio dedicato alle due piccole vittime. «Sono stati raccolti più di centomila euro - spiega Erica -, che serviranno per la prima tranche: è solo l’inizio, ma si tratta dell’area più importante, quella dove i bambini potranno giocare. Il Comune si occuperà dell’esterno, vale a dire del parco giochi e dei parcheggi, ma, insieme alla parrocchia, ha dato la piena disponibilità per far sì che l’intero progetto arrivi a buon fine».

L’Associazione «Dieci» - il nome ricorda il numero delle denunce di stalking di Erica nei confronti dell’ex marito, rimaste sempre inascoltate - è l’altro punto contenuto nella motivazione del Premio Bulloni.

Fondata nel marzo scorso, «l’associazione sta crescendo costantemente - spiega la mamma di Ono San Pietro -, segno che la Valcamonica ha un estremo bisogno di realtà in grado di saper ascoltare le donne. Stiamo raccogliendo le firme per la Giornata nazionale contro il femminicidio, in programma il 25 febbraio; vorremmo portare il nostro messaggio anche nelle scuole, organizzare congressi per sensibilizzare la gente. Solo dialogando si può andare alla radice del problema ed evitare che si ripetano tragedie come quella che ho vissuto io».

POI, RICORDANDO il suo straziante dolore di madre e la rabbia di donna perseguitata e lasciata in balìa dell’ex marito, Erica Patti sottolinea che «spesso le donne non vengono credute, nessuno dà peso alle loro parole. Quello che ho vissuto io era un “dramma annunciato” e i miei due bambini sono state vittime innocenti predestinate: il mio ex marito li voleva morti per vendetta. Stava programmando l’omicidio da cinque anni e aspettava solo l’occasione buona per “farmela pagare”».

Per tre anni Erica Patti ha sporto denuncia contro Iacovone. «Sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa di terribile - dice Erica -. Nessuno mi ha dato retta, né mi ha voluto credere... Solo dopo, e durante il processo, è stato fatto di tutto per fare giustizia».

Pasquale Iacovone è stato condannato all’ergastolo, in primo grado, il 19 dicembre 2014; pena confermata nel processo di appello che si è concluso a Brescia il mese scorso. «Ma al di là della sentenza - commenta amaramente Erica -, resta il fatto che io ho perso due figli in modo atroce, e nessuno mi potrà mai restituire la pace e la serenità».

NEMMENO un riconoscimento, sia pure prestigioso come il Premio Bulloni, potrà lenire la sua sofferenza. Ma solo farle capire che è sulla strada giusta perché - si legge ancora nella motivazione data dalla commissione - «mamma Erica non si è lasciata sopraffare dallo sconforto, ma ha deciso di convogliare la sua disperazione nella costruzione di un oratorio e ha dato vita all’Associazione Dieci per aiutare le famiglie in difficoltà, con particolare attenzione ai bambini e alle donne vittime di ogni forma di violenza».

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