l'ex tempio dello shopping

Il Freccia Rossa vale 29 milioni e il 28 giugno si potrà comprare

di Eugenio Barboglio
Tra poco più di due mesi il centro commerciale sarà messo all’asta dal Tribunale di Milano nell’ambito della procedura di liquidazione della società che lo aveva comprato da Sonae Sierra
L'ex centro commerciale Freccia Rossa a Brescia
L'ex centro commerciale Freccia Rossa a Brescia
L'ex centro commerciale Freccia Rossa a Brescia
L'ex centro commerciale Freccia Rossa a Brescia

Il Centro commerciale Freccia Rossa va all’asta il 28 giugno. E quanto costerà comprarlo? E per farci cosa? Per farci un mercato coperto, un entertainment centre, un altro centro commerciale (poco probabile), per farci la sede di istituzioni pubbliche? Staremo a vedere. Intanto, la perizia ordinata dal tribunale di Milano ha stabilito il prezzo: 29.645.900 euro. Cifra che vale solo per l’immobile del centro commerciale. Per l’edificio accanto, quello che è in affitto alla Virgin Active e che ospita una palestra, la somma invece è di 4.292.075 euro.

La vendita

L’asta sta dentro la procedura di fallimento della Freccia Rossa Shopping Centre, la società proprietaria dell’immobile. In realtà i veri patroni sono le banche con le quali la spa si è indebitata, travolta dagli eventi, l’Elnos prima il Covid dopo, per dirla molto semplicemente. E dopo le banche i fondi sgr, espressione degli stessi istituti di credito, Intesa San Paolo e Unicredit, su cui sono transitati i crediti deteriorati. L’asta si terrà in via Milano a Segrate e prevede per il «Freccia» una base d’asta arrotondata a 29 milioni di euro, un’offerta minima di 21.750.000 euro e rialzi minimi di 25mila euro. Sarà un’asta senza incanto, ovvero i partecipanti faranno l’offerta in busta chiusa: quando alle 10.30 del 28 giugno si procederà all’apertura, la gara partirà dall'offerta più alta. I periti sono arrivati ai 29 milioni considerando lo stato dell’immobile e dandogli un valore cautelativo rispetto alle valutazioni dell’Agenzia delle entrate per immobili commerciali.

Con un prezzo al metro quadro di 800 euro moltiplicato per i 32.698 mq di superficie lorda calpestabile hanno portato a stimare il centro commerciale 26.158.400 euro a cui sono stati aggiunti 8.225.200 euro dell’autorimessa sotterranea, questa valutata 200 al metro quadro. La somma dà un risultato di 34.383.400 euro, ribassati del 15% per l’immediatezza della vendita giudiziaria, di 5 milioni e rotti per l’assenza di garanzie per vizi e per la sanzione amministrativa per sanatorie e spese tecniche di regolarizzazione edilizia. Alla fine, i periti hanno tirato la riga e sono usciti i 29 milioni abbondanti. Anche per quanto riguarda il lotto della palestra Virgin, i periti si sono mossi analogamente, stimandolo inizialmente poco più di 5 milioni di euro, poi ribassati del 15% e delle spese tecniche.

L’analisi dei periti

La perizia parte da un’analisi dello stato dell’arte dei lotti e della recente storia di abbandono cominciata all’incirca un anno fa con l’addio degli ultimi negozi. La blindatura degli accessi a causa delle continue infiltrazioni di persone senza dimora, la presenza di guardie giurate per i medesimi motivi. Per concludere che si tratta di un immobile mediamente in buono stato e che può godere sul mercato di una certa appetibilità. Non trascura di ricordare che c’è un contenzioso in corso con una proprietà limitrofa che ha chiesto un risarcimento per danni causati da infiltrazioni d’acqua. E di segnalare le difformità interne di alcuni dei 119 negozi che debbono essere regolarizzate. Avverte del diritto di prelazione che spetta alla società della famiglia Quilleri che ha gestito le sale cinematografiche fino alla chiusura del centro, e che potrebbe esercitare in caso in quegli spazi venisse riproposta una destinazione cinematografica. Sottolinea i contratto stipulato per la gestione dei parcheggi sia del Freccia sia del Comune con Brescia Mobilità, nonché la sospensione del Certificato di prevenzione antincendi e della limitata agibilità al solo parcheggio «arancione«, riaperto proprio nei giorni scorsi dopo la lunga chiusura legata ai danni subiti per furto di materiali degli impianti.

Una storia ancora lunga

L’asta non metterà certamente la parola fine alla vicenda del Freccia Rossa, ma è solo una tappa, seppur importante. Difficile sia una svolta decisiva, giacché è probabile che eventuali soggetti interessati all’acquisto attendano le prossime tornate per partecipare quando la base d’asta sarà inferiore. Il che vuol dire che il «gigante addormentato» tra viale Italia e via Ugoni resterà ancora disabitato, rappresentando un possibile ricovero di fortuna per persone senza fissa dimora. E per l’amministrazione comunale un problema sempre pronto ad esplodere, se solo si dovesse abbassare la guardia della sorveglianza, riproponendo lo scenario di allarme sociale a cui la Loggia ha nei mesi scorsi messo la sordina con tempestività. La via della vendita giudiziaria è l’esito annunciato delle disavventure finanziarie della Freccia Rossa Shopping Centre spa, che negli anni scorsi, dopo il covid e la rinuncia a investire nuovamente sull’immobile lo aveva messo in vendita, senza tuttavia trovare un compratore. Non prima però di immaginare un nuovo format, innovativo, sul modello di altre rivisitazioni di centri commerciali: l’idea era quella di un centro di servizi, di puntare al tempo libero, all'intrattenimento, al food.

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