In Fiera col passaparola? Le dosi arrivano all’alba

Sono le sette di mattina, al Centro Fiera si entra alle otto. Eppure c’è già coda. Strano. È vero che spesso l’ansia di mancare l’appuntamento con il siero spinge, soprattutto i più anziani, ad anticipare l’arrivo all’hub, ma quella di ieri mattina non era una fila di over ottantenni. Quelli sono già a posto. In fila ci sono anche ragazzi e ragazze. Caregiver? Di chi? Non accompagnano nessuno. Le porte della Fiera sono già aperte. Le persone entrano e si vaccinano. Tutto avviene prima dell’apertura ufficiale per le categorie di età, stabilita dal Governo e confermata dalla Regione: dalle 8 hanno spazio i sessantenni. Ma ora è il momento di questa fila di tutte le età. Fragili? Non si direbbe. Quindi nè caregiver nè fragili... Sembra gente «comune», molti si salutano, si conoscono. Qualcuno asserisce di essere lì perchè chiamato da un amico, il quale a sua volta era stato chiamato dal cugino, il quale a sua volta... Stando in coda sembra che oltre alle categorie dei fragili e degli over settantenni petr la campagna vaccinale esista anche quella degli... amici. E che ora sia il loro turno. Sarà una decisione del generale Figliuolo, eppure su Internet non ce traccia. Come sono stati reclutate queste persone? E perchè sono qui così presto? Radio-coda dice che sono dosi avanzate all’Asst del Garda, e che quella è una somministrazione straordinaria. Ma dice anche che il reclutamento è avvenuto, almeno in parte, con il passaparola. L’Asst Spedali Civili conferma la straordinarietà della sessione di vaccinazioni. E ci aggiunge l’urgenza: «Grazie ad una compensazione di dosi vaccinali provenienti dall'Asst Garda - comunica l’Asst - , è stata avviata una sessione vaccinale straordinaria per pazienti fragili, caregiver e volontari a chiamata diretta. Questa operazione ha permesso di evitare sprechi di siero e di incrementare il numero di inoculazioni rispetto agli appuntamenti già fissati». Secondo l’Asst dunque nessun passaparola ma «chiamate dirette». E in coda tutti o caregiver o fragili o volontari. Quel che è emersoieri mattina è che ad avvertire queste persone spesso sarebbe stata una telefonata della sera prima di un amico o un parente che lavora all’hub di via Caprera, con l’invito a presentarsi la mattina successiva allle 7 per vaccinarsi ed evitare che 250 dosi finissero nel cestino dei rifiuti speciali. Uno scopo nobile dalle modalità discutibili? Meglio prendere al volo il treno dei vaccini arrivato sorprendentemente in anticipo. Normalmente la diluizione e la sequenza delle dosi sono pensate scrupolosamente. Un’equipe multiprofessionale dedicata all’operazione tiene costantemente monitorato il flusso delle prenotazioni e delle disdette, misurando il lavoro sull’andamento effettivo giornaliero. Un'attività che per quanto meticolosa, non può evitare «sforamenti», di norma di poche unità. Un fatto nell’ordine del fisiologico. Al massimo una decina al giorno, anche meno, e per «smaltirle» regolarmente si anticipano alcuni appuntamenti del giorno successivo. Stavolta però la differenza era di 250 dosi. Pfizer una volta scongelato «resiste» in cella frigorifera per cinque giorni. Era impensabile somministrarle alle prime 250 persone programmate?•.