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L’ora di religione non piace più: in crescita gli studenti bresciani che lasciano

di Manuel Venturi
All’infanzia di Vobarno il record provinciale: 76 bambini su 92. Il 62% dice «no» al Primo Levi di Lumezzane

L'ora di religione? Gli studenti bresciani dicono «no» sempre più spesso. Sono in crescita i numeri relativi ai bambini e ragazzi delle scuole della provincia che scelgono l'alternativa all'insegnamento della religione cattolica: nell'anno scolastico 2022-23, i frequentanti le scuole bresciane dall'infanzia fino alla secondaria di secondo grado che hanno scelto di non avvalersi dell'Irc sono stati 41.713 su un totale di 147.259, pari al 28,3%.

L'indagine 

I dati sono stati elaborati dall'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar) e dalla campagna #DatiBeneComune, che hanno ottenuto dal Ministero dell'Istruzione i numeri sulla frequenza dell'insegnamento della religione cattolica in tutte le scuole italiane: «I numeri sarebbero ancora più alti se avessimo utilizzato i dati ministeriali così come forniti, ma abbiamo prudenzialmente escluso circa il 6% delle scuole perché mostravano fluttuazioni anomale nelle percentuali di non avvalentisi da un anno all’altro» spiegano da Uaar.

Numeri di "abbandoni" sempre in crescita

Un balzo in avanti rispetto all'indagine realizzata per l'anno 2020-21, che mostrava una percentuale di non frequentanti nel Bresciano pari al 25% solo considerando le scuole statali; prendendo in esame anche le paritarie, la non frequenza si abbassava al 22,4%, distanza che si spiega anche per il fatto che, nelle scuole non statali la percentuale di chi non sceglie l'Irc è molto inferiore alla media.

Resta il fatto che sempre più ragazzi si allontanano dall'ora di religione: è il frutto di dinamiche come l'immigrazione, che ha portato molti bambini e ragazzi di religioni diverse, in particolare musulmani, nelle aule di città e provincia (ma questo non spiega completamente il fenomeno, perché gli studenti senza cittadinanza italiana nel 2022-23 in provincia erano il 18,2% del totale e molti di questi provengono da famiglie di religione cristiana).

Oltre un milione in Italia

Secondo l'Uaar, i bambini e ragazzi che hanno scelto di non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica in Italia sono oltre un milione (per l'esattezza, 1.096.846), dato in crescita di 82 mila unità rispetto alla rilevazione effettuata nel 2020-21, nonostante il numero assoluto degli studenti sia calato.

In ben sei province è stata superata la soglia del 30%: si tratta di Firenze (37,92%), Bologna (36,31%), Trieste (33,37%), Prato (33,19%), Gorizia (32,51%) e Aosta (30,74%). A livello regionale è la Valle d’Aosta a guidare la classifica (30,74%), seguita da Emilia Romagna (27,48%) e Toscana (27,12%), mentre la Lombardia è al 24,22%.

Confermato il divario Nord-Sud: le regioni fanalino di coda per numero di non avvalentisi sono Basilicata (2,98%), Campania (3,11%), Calabria (3,41%), Puglia (3,67%), Molise (3,87%) e Sicilia (4,57%).

Nel Bresciano

Il dato bresciano è superiore alla media regionale e la provincia è seconda in Lombardia alle spalle solo di Mantova, che sfiora il 29% di non frequentanti l'Irc. Terza è Milano con il 26,24%, segue Bergamo al 25,52%; in coda c'è Sondrio, al 17,4%. Guardando al dettaglio del grado di istruzione, si conferma la tendenza all'«abbandono» dell'ora di religione soprattutto nelle secondarie di secondo grado, dove uno studente su tre non partecipa all'Irc; seguono le scuole dell'infanzia, poco sopra al 30%, con secondarie di primo grado (27,5%) e primarie (24,17%) leggermente staccate. Considerando solo le scuole superiori, si riscontra la differenza tra licei e scuole professionali: nei primi, l'astensione è al 27,5%, nel secondo caso sale di nove punti percentuali al 36,5%.

Le scuole con il più alto tasso di "rinunce"

La classifica degli istituti tecnici e professionali con il maggior valore percentuale di ragazzi non avvalentisi dell'Irc, prendendo in esame solo le scuole considerate nel calcolo dell'Uaar, è guidata dal Primo Levi di Lumezzane (62,7%), seguito dal Fortuny al 59,5%; tra i licei, il «record» spetta all'Olivieri, con il 47%. A Vobarno, sono 76 su 92 i bambini della scuola dell'infanzia che non fanno religione (oltre l'82%), mentre tra le primarie comanda la Manzoni di Brescia, che supera il 63%; Vobarno è prima anche nelle secondarie di primo grado, con il Migliavacca che si attesta al 63%.

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