PREMIO RANZANICI. Il fondatore dell’associazione «Azione Parkinson Brescia» da anni in prima linea contro la malattia

La battaglia serena di Renato
che combatte con il Parkinson

di Lisa Cesco
Renato Carboni, presidente di «Azione Parkinson Brescia» FOTOLIVE
Renato Carboni, presidente di «Azione Parkinson Brescia» FOTOLIVE
Renato Carboni, presidente di «Azione Parkinson Brescia» FOTOLIVE
Renato Carboni, presidente di «Azione Parkinson Brescia» FOTOLIVE

Lisa Cesco

Non un solo tulipano, simbolo adottato dall’Organizzazione europea per la malattia di Parkinson, ma tanti tulipani, vellutati e vermigli, fanno capolino sulla homepage di «Azione Parkinson Brescia». Rossi come la passione, l’amore, la voglia di continuare a lottare. Dietro a questa come a molte altre idee c’è lui, Renato Carboni, presidente dell’associazione Azione Parkinson Brescia Onlus, che insieme ai volontari affianca i malati e le loro famiglie promuovendo assistenza sociale, psicologica e socio-sanitaria, divulgando una corretta informazione medica e impegnandosi nella salvaguardia dei diritti dei pazienti nei diversi organismi istituzionali. Lui stesso, da anni messo alla prova dalla malattia di Parkinson, è un esempio per tutti gli altri. Il suo garbo, i modi pacati e molto english celano tenacia e una buona dose di coraggio. Perché ce n’è voluto - dieci anni fa, quando a Brescia non c’era nulla – per dar vita all’associazione, darle un’anima e la credibilità per riuscire a conquistare la fiducia degli altri malati del territorio.

«Abbiamo iniziato così, io e una dottoressa della Poliambulanza -racconta -, e da quel gennaio del 2005 non ci siamo più fermati, tanto che quest’anno abbiamo festeggiato il primo decennale». Da questa intuizione sono nati col tempo, nella sede associativa di via Marchetti, molteplici servizi come quello di supporto psicologico, la fisioterapia, la ginnastica, le lezioni di ballo per migliorare il controllo dei movimenti e dell’equilibrio compromessi dalla malattia. E ancora i servizi di orientamento per malati e famiglie, lo sportello fiscale, gli incontri di approfondimento con i medici per chiarire dubbi e gestire con consapevolezza la malattia, le attività socializzanti.

«Spesso chi si ammala di Parkinson ha la tendenza a chiudersi in se stesso, non uscire di casa, diventare apatico – spiega Carboni -. Noi cerchiamo di spezzare questo isolamento perché ciascun malato si senta meno solo». Tante proposte che hanno un unico obiettivo: migliorare la qualità di vita di chi soffre di Parkinson, malattia neurodegenerativa a evoluzione progressiva, che incide su funzioni come il controllo dei movimenti e dell’equilibrio, manifestandosi con tremori, rigidità e lentezza.

A QUESTE ATTIVITÀ si affianca un impegno forte sul fronte delle istituzioni e delle amministrazioni pubbliche, per dare voce ai malati, rappresentare i loro bisogni e tutelare i loro diritti. «Abbiamo sempre creduto nell’importanza di creare un ponte con le istituzioni, ma non solo: fin dall’inizio uno dei nostri obiettivi è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia, per diffondere informazioni corrette e contribuire a migliorare i processi di assistenza e cura».

Attraverso convegni aperti alla popolazione e pubblicazioni l’associazione intende offrire un contributo importante. In tutto questo Renato rimane un riferimento: all’impegno nell’associazione affianca quello nella sua comunità, il quartiere di Folzano, dove da anni organizza la rassegna di commedie dialettali «Us da le as».

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